Il ministro delle Politiche Agricole e Forestal, Maurizio Martina, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi a Roma, 31 luglio 2014. ANSA/CLAUDIO PERI

Direzione Pd, Martina: “No alle primarie, guiderò partito con collegialità”

“Al congresso si’, ma nei tempi giusti”. Maurizio Martina ha aperto la direzione del Partito Democratico e detta un calendario di massima delle prossime fasi congressuali.

“Il nostro progetto – ha sottolineato –  ha bisogno ora piu’ che mai di nuove idee e non solo di conte sulle persone. Ha bisogno di una partecipazione consapevole superiore a quella che possiamo offrire una sola domenica ai gazebo. Abbiamo bisogno di una lettura politica e culturale all’altezza del tempo che stiamo vivendo. Di una profonda riorganizzazione, in grado di investire davvero sui territori e sulla partecipazione diretta della nostra comunita’ alle principali scelte politiche da compiere”.

“La prossima Assemblea Nazionale – ha spiegato – dovrebbe avere la forza di aprire una fase costituente del Partito democratico in grado di potarci nei tempi giusti al congresso. Questo lavoro potrebbe iniziare proprio con la prossima Assemblea dando vita a una Commissione di progetto incaricata di elaborare unitariamente ipotesi concrete per il percorso. La segreteria si presenta dimissionaria a questo appuntamento. Ma io credo sia importante che continui a lavorare insieme a me in queste settimane che ci separano dall’Assemblea. Con il vostro contributo cercherò di guidare il partito nei delicati passaggi interni e istituzionali a cui sarà chiamato. Lo farò con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, individuando subito insieme un luogo di coordinamento condiviso. Chiedo unità. Consapevoli che fuori di qui c’è un’intera comunità che ci guarda, ci ascolta e ci chiede di essere all’altezza della situazione”.

“Ripartiamo con umiltà e unità. Solo noi – ha proseguito – possiamo essere l’alternativa popolare ai populisti. In ballo non ci sono i destini personali, ma la prospettiva e il futuro della sinistra italiana ed europea. Mettiamo in prima fila la nostra comunità e lasciamo in ultima fila le correnti. Proviamo tutti a fare qualche intervista in meno e qualche assemblea in più. Apriamo subito le nostre sezioni, ascoltiamo iscritti ed elettori, chiamiamoli a raccolta, riflettiamo con loro. Ripartiamo dal basso e dal nostro popolo. Abbiamo seimila circoli, realizziamo seimila assemblee aperte tra venerdì, sabato e domenica prossimi. Io inizierò dal circolo PD di Fuorigrotta a Napoli”.

“Le destre – ha concluso – si sono mosse alla ricerca di un nuovo punto di esistenza e di attacco, molto diverso da quello neo-liberista, e lo hanno fatto principalmente attorno all’idea-ideologia di chiusura. E la sinistra? E’ chiaro cosa non c’è più, ma non è ancora chiaro quello che ci può essere. Manca ancora una risposta globale di sinistra, progressista e democratica, a questo radicale mutamento dove globalizzazione e rivoluzione tecnologica espongono le persone a nuovi rischi. Non basta più alzare la bandiera della società aperta. Perché mentre noi raccontavamo il sogno globale, i cittadini più fragili domandavano protezione”.

 

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