Dilaga la protesta islamica, presidente Libano accusa Al Quaeda. Dura condanna dall’Onu

Venerdì di sangue e rivolte quello che ieri ha caratterizzato i Paesi del Mondo islamico. Tanto che l’Onu ha condannato duramente quanto accaduto, affermando che “questi atti non sono giustificabili qualsiasi sono le loro motivazioni”, con un riferimento al film anti-Islam che ha scatenato le proteste, ed ha ricordato i principi fondamentali che tutelano l’inviolabilità delle sedi diplomatiche.

Ma non è servito. L’ondata di proteste continua ed in Afghanistan, è stata attaccata la base di Camp Bastion, dove si trova il principe Harry, dai talebani che rivendicano l’attacco come una rappresaglia per il film considerato blasfemo su Maometto. Due militari della Nato sono rimasti uccisi nell’attacco, e, secondo i media americani, si tratta di due marine Usa. Un portavoce dei talebani, Qari Yousf Ahmadi, ha rivendicato l’attacco al quale avrebbero partecipato “decine di mujahideen”. Un portavoce della Nato ha detto che almeno 20 guerriglieri militari sono rimasti uccisi nell’attacco che i talebani hanno condotto con lancio di granate ed armi leggere.

Le proteste sono arrivate anche in Australia: la polizia australiana ha dovuto usare i lacrimogeni per impedire ad oltre 200 dimostranti di raggiungere il consolato Usa a Sydney dopo una manifestazione di protesta contro il film su Maometto. La dimostrazione è stata dispersa, ma si registrano feriti sia tra gli agenti che tra i dimostranti che avevano striscioni con scritte come “decapitate tutti quelli che insultano il profeta” e “i nostri morti sono in paradiso, i vostri all’inferno”.

Interrogato regista film. Intanto  la notte scorsa lla polizia di Los Angeles ha prelevato da casa  Nakoula Basseley Nakoula,l’uomo ritenuto l’autore del film su Maometto che ha provocato le rivolte nel mondo arabo. Secondo quanto riporta il Los Angeles Times, poco dopo la mezzanotte gli agenti hanno scortato in un’auto un uomo, che si era coperto il volto con un fazzoletto, per portarlo, come è stato precisato in seguito, alla centrale di Cerrito per interrogarlo.

 

 

Presidente Libano accusa Al Quaeda. In Libia intanto, il presidente ad interim Mohamed al-Magarief attacca la rete terroristica di al-Qaeda per l’attacco al consolato americano a Bengasi di martedì scorso, nel quale è rimasto ucciso l’ambasciatore Usa Christopher Stevens e altri quattro diplomatici statunitensi.  Il leader libico ha infatti parlato di mani esperte che “hanno pianificato l’attentato”. “Se si considerano le armi usate, come gli Rpg e altre armi pesanti, questo dimostra che (l’attacco,) era ben pianificato – afferma – E’ uno sporco atto di vendetta che non ha nulla a che vedere con la religione”, ha concluso al Magarief.

Tali dichiarazioni, rappresentano la prima accusa dichiarata del governo di Tripoli che questi atti di violenza siano stati commessi da estremisti religiosi. Mercoledì il vice ministro degli Interni libici aveva attribuito l’attentato a lealisti di Gheddafi. Secondo al-Magarief, che ammette una loro presenza in Libia, non c’è però alcuna possibilità che fedeli al deposto regime abbiano condotto l’attacco contro il consolato americano. In Libia sono pochi i membri di al-Qaeda attivi, ma stanno approfittando del vuoto nella sicurezza e sono riusciti a infiltrarsi nelle forze di sicurezza. In ogni caso il presidente libico ha detto ad al Jazeera che prenderà misure per disarmare le milizie.

 Dalla Farnesina misure di sicurezza. Farnesina applica misure di protezione. “La Farnesina ha avviato tutte le misure necessarie per la protezione sia del personale diplomatico che delle comunità italiane”nei Paesi coinvolti in cui si sono verificati i recenti incidenti e scontri legati alle proteste contro un film considerato offensivo verso l’Islam. Lo ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi a margine di un suo intervento oggi alla manifestazione Atreju ‘la Festa di Giovane Italia’ a Roma.

 

 

 

 

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