Intorno alla legge sulla diffamazione, già approvata al Senato, ed oggi in commissione Giustizia alla Camera in attesa degli emendamenti si registrano consensi. I rappresentanti della categoria, quando sono stati ascoltati, hanno dato la sensazione di accettare una legge pesante sull’altare del carcere abolito. Questo mette in subbuglio il mondo dell’informazione on line, perchè il meccanismo rigido della rettifica sarà legato ad un “prezzo” da pagare. Questo sarà valido per ogni tipo di stampa, dai quotidiani alle testate registrate sul web, ai libri ed alle tv, ed al prezzo dovranno pagare per evitare le manette. Il testo originario contiene questa indicazione: “Il direttore è tenuto a pubblicare la rettifica gratuitamente e senza compenso, senza risposta e senza titolo”. La nuova legge impone di pubblicare la nota del presunto diffamato entro 48 ore e senza chiosa. Il tempo risicato impedirà quindi la verifica della richiesta e se essa sia fondata o meno. La negazione, inoltre, del diritto di replica mette a rischio il giornalista ed il direttore della testata. Se la rettifica non esce il presunto diffamato potrà rivolgersi al giudice che, a sua volta, potrà segnalare il caso all’Ordine professionale per una rivalsa disciplinare sul cronista. Nel mondo del web che trasmette news 24 ore al giorno si rischia di provocare la paralisi dell’informazione. Resta ancora da parlare delle multe che vanno da diecimila a cinquantamila euro.
Marco Novellino