Di Maio tra Salvini e politiche del lavoro

Luigi Di Maio pressato dall’esigenza di rincorrere Matteo Salvini e la sua nuova Lega filo-putiniana sul terreno della visibilità mediatica non si è reso conto che inseguire il consenso con esibizioni anti-immigratorie è molto più semplice della ricerca di soluzioni razionali sul fronte dell’occupazione.

Salvini, in fondo,  fregandosene dei principii del diritto internazionale e non ponendosi il problema di cosa si muove dietro le sempre più massicce ondate migratorie che spingono  l’Africa sub-sahariana,  da cui proviene la maggior parte degli immigrati, possa  rappresentare un problema che vede persone in cerca di cibo e lavoro.  In fondo non è questione che possa toccare chi cerca voti immediati e non soluzioni strutturali visto che l’impatto del messaggio del capo della Lega è immediato e garantito.

Quello di Di Maio è ‘mediato’ dalle situazioni economiche, dal diritto del lavoro,  dagli atteggiamenti collettivi e individuali, dalle urgenze politiche di un esecutivo di coalizione.

La polemica con  Tito Boeri, presidente dell’Inps ormai in scadenza, che consente  alla Lega di rivendicare,  più o meno indirettamente,  quella poltrona. È proprio così sorprendente il fatto che il famoso decreto possa determinare la riduzione dei contratti a termine? Sino a prova contraria, il provvedimento è nato proprio per limitare un precariato a cui l’abuso dei contratti a termine fornisce un contributo evidente. Da questo punto di vista, paradossalmente le stime dell’Inps e di Boeri hanno solo certificato l’efficacia degli ‘strumenti’ scelti da Di Maio.

 L’obiettivo del ministro era impegnativo ma poi arrivano le mediazioni ‘2.0’.   Cosa c’entra la dignità con il reinserimento dei voucher?.  ‘È sbagliato dire, come fa Di Maio, ‘reintrodurre’ i voucher, per il semplice motivo che la legge già li prevede’,  dichiara Cesare Damiano, ex ministro del lavoro e, a proposito del decreto Dignità: ‘Le aziende agricole fino a 5 dipendenti  per un montante massimo di 5.000 euro all’anno, e con un tetto per ciascun lavoratore di 2.500 euro, possono utilizzare i voucher per studenti, pensionati e disoccupati. Qual è l’intenzione di Di Maio? Si alzano o, addirittura, si tolgono i tetti dimensionali e retributivi attualmente previsti e si mantengono i voucher solo per studenti, pensionati e disoccupati? Questa sarebbe la soluzione migliore che innova la normativa senza ricadere nei rischi di abuso. Oppure, il ministro del Lavoro vuole estenderli al normale lavoro dipendente dimenticando che i contratti di lavoro del settore agricolo già prevedono ampi margini di flessibilità per le aziende?. In questo caso si tornerebbe all’abuso. Di Maio ha dichiarato di voler reintrodurre i voucher per ‘specifiche mansioni nel settore dell’agricoltura’. Questo significa anche per il lavoro dipendente? Sarebbe un autogol clamoroso. Non vorremmo che ci fossero già delle sorprese nel decreto Dignità, magari con l’intervento emendativo di qualche ‘manina’ governativa’,

Soluzioni deboli e polemiche inutili, come quella sull’Ilva. Perché la ricostruzione della vicenda fornita dal capo dell’Autorità anti-corruzione a ‘la Repubblica’, ci dice che tutto è stato costruito sull’asse Palazzo Chigi-via Veneto. Attraverso il trasparente presidente del Consiglio, il super-ministro ha sollecitato una risposta di Cantone su alcuni elementi critici di una gara che ormai fa parte del passato e che poco o nulla può aggiungere ai sedicimila tarantini che trovano una fonte di reddito in una azienda ad alto rischio di sopravvivenza industriale e non solo ambientale.

Antonella Di Pietro

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