Di Maio lascia guida M5s, l’incertezza politica spinge lo Spread

Un vero e proprio terremoto in casa Cinquestelle a quattro giorni dal voto in Emilia Romagna e Calabria che – in caso di netta affermazione del centrodestra – potrebbe dare un colpo quasi da ko al Governo giallorosso, già in debito di ossigeno.

Nonostante le smentite, la notizia era nell’aria ed oggi è arrivata l’ufficialità. Luigi Di Maio non è più il Capo politico del Movimento Cinquestelle. Una scelta sofferta ma ormai inevitabile. Impossibile contenere mal di pancia e malumori, dopo le batoste e le tensioni, sempre crescenti, come testimoniano gli addii a raffica di un nutrito gruppetto di parlamentari -alimentati da quanti  non hanno digerito l’alleanza con il Pd.

“Ho iniziato a scrivere questo discorso circa un mese fa – ha detto Di Maio parlando al M5s dal tempio di Adriano ufficializzando l’addio. Poi ha proseguito: “è giunto il momento di rifondarsi, In tanti credono in noi, ma oggi si chiude un’era”. Oggi nasce il percorso per gli Stati generali del movimento, sarà un momento importantissimo, dove daremo una nuova idea di paese per i prossimi decenni”.

 Impossibile poi non scorgere nelle parole dell’ex vicepremier e ormai ex capo politico un velo di amarezza, come testimonia la frecciatina al veleno indirizzata ad alcuni dei suoi. “Quello che ci anima è il fuoco che abbiamo dentro. Abbiamo tanti nemici, quando si prova a cambiare le cose c’è sempre qualcuno che ti fa la guerra. Ma i peggiori nemici sono quelli che contraddicono i valori per i quali si è lottato insieme”.

 Di Maio poi rassicura – o quantomeno ci prova –  sulla tenuta del Governo anche se per tanti il suo più che un passaggio sentito è di circostanza.  “Noi dobbiamo pretendere il sacrosanto diritto di essere valutati almeno alla fine dei cinque anni di legislatura. Io penso che il governo deve andare avanti, perchè alla fine” della legislatura “i risultati si vedranno ma dobbiamo avere il tempo di mettere a posto il disordine fatto da chi ha governato per trent’anni prima”.

 Ora non resta da capire come e se la mossa di Di Maio influenzerà il cammino, già complicato, del Conte bis. La parola d’ordine – che non piace affatto ai mercati – torna ad essere incertezza. Il passo indietro, infatti, arriva a 5 giorni dal voto in Emilia Romagna e Calabria: una affermazione netta del centrodestra potrebbe complicare i piani dell’esecutivo, già alle prese con più di qualche dossier bollente. In queste ore, intanto, lo spauracchio spread è tornato ad impennarsi, sfiorando a 170 punti, proprio in scia agli interrogativi degli investitori sulla tenuta del Governo.  

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