Demenza: la musica restituisce il piacere di vivere

 All’RSA del San Raffaele di Trevignano, sulle sponde del lago di Bracciano, sono convintiche la musica possa essere di aiuto per le persone affette da demenza senile. di  E medici e psicologi della struttura ne stanno dando prova con uno studio durato sei mesi e che ha coinvolto 10 pazienti con deterioramento cognitivo di grado lieve-moderato sottoposti a sessioni settimanali di musicoterapia. Per ora, i dati stanno dando ragione ai ricercatori che hanno usato due scale di misurazione per valutare gli effetti della musica sugli anziani. Le due metodologie misurano parametri differenti dell’esperienza emotiva: mentre la prima è più attenta alle espressioni facciali e corporee delle emozioni, la seconda valuta gli aspetti relazionali e contestuali delle emozioni provate durante le sedute. «Le valutazioni effettuate con le due scale hanno evidenziato una notevole quantità di reazioni positive e stati di benessere nei pazienti coinvolti nelle sezioni di musicoterapia», ha spiegato lo psicologo della struttura  Fosco Avicola. La musica, quindi, come già emerso da altri studi, è stata in grado di favorire stati emotivi positivi, migliorando il livello di umore degli ospiti e rievocando in loro ricordi piacevoli: «aiuta ad avere un migliore concetto di sé, stimola a raccontare e raccontarsi, attiva momenti di socializzazione tra ospiti, famigliari e operatori», ha aggiunto Avicola. Inoltre, attraverso l’attività musicale «è possibile muoversi nella direzione di una comunicazione empatica lavorando su un doppio piano: quello della riabilitazione e quello della qualità di vita avendo pur sempre presente l’obiettivo della rieducazione cognitiva, memoria, linguaggio e attenzione,  e funzionale deficit motori», ha concluso lo psicologo.

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