Decesso al Cardarelli di Napoli: tampone per escludere morte da Coronavirus. Gli sviluppi

Negativi i test effettuati finora a Napoli. Si attendono gli altri risultati. Presto tamponi in altri ospedali.
Napoli. Un tampone per caso sospetto di Coronavirus, è stato inviato all’ospedale Cotugno di Napoli dall’ospedale Cardarelli dove è deceduto stamattina un paziente ricoverato ieri pomeriggio nel reparto di Gastro d’Urgenza.
Il tampone è stato effettuato prima del decesso. L’uomo era stato trasferito nell’importante nosocomio napoletano da una clinica privata.
Il personale sanitario del reparto di Gastroenterologia in servizio oggi, impossibilitato a smontare dai turni, in attesa degli esiti del test: questa misura cautelare preventiva è stata subito adottata a tutela della salute pubblica.
Si attendono gli esiti dall’Ospedale Cotugno, struttura di riferimento in città per le malattie infettive, altamente specializzata.
La salma è stata sistemata in isolamento, per quanto i medici abbiano prontamente spiegato che il tampone è stato fatto eseguire soprattutto per scrupolo giacché dal quadro clinico dell’uomo è stato possibile accertare subito che egli aveva precedenti complicazioni ai bronchi di natura cronica – il quadro clinico era aggravato da bronchite – inoltre, era ricoverato per altre problematiche, quindi non sarebbe assolutamente il caso di allarmarsi.
Altri due test sono stati effettuati e inviati allo stesso nosocomio specialistico, tra ieri notte e stamane: si tratta di un 19enne proveniente da Milano assistito all’ospedale San Giovanni Bosco, e un 48enne originario di Monza assistito all’ospedale San Paolo, conto da malore durante la maratona che si è svolta ieri a Napoli, alla quale stava partecipando come runner.
Anche per questi altri pazienti si attendono i riscontri dei test. Sono oltre una ventina i test effettuati al Cotugno oggi. Tutti negativi quelli della prima batteria, circa una decina. Si attende a breve l’esito dei rimanenti.
Rientrano tutti nei procedimenti indicati in questo periodo e comunque richiesti dai medici per routine e non devono dare adito a infondate manifestazioni di panico.
Esito negativo pure per il tampone effettuato sul sessantenne di Castellammare di Stabia. Ricoverato al San Leonardo per una polmonite interstiziale grave, l’uomo è entrato in ospedale in codice rosso a causa di grave insufficienza respiratoria.
“Dalla prossima settimana tamponi anche all’ospedale San Paolo, al Ruggi, al Moscati e a Caserta. Attualmente il Cotugno può fare verifiche su 100 tamponi al giorno. Abbiamo 200 posti letto in Campania. Avremo anche noi eventuali spazi per quarantena sullo stile della Cecchignola come caserme, ma prepareremo spazi anche negli ospedali”. Così si è espresso il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia.
Intanto, continuano le polemiche sulla decisione del prefetto di Napoli, contrapposta alle misure concordi cautelari adottate da tutti i sindaci dell’isola d’Ischia che avevano deciso lo stop all’ingresso dei turisti delle zone rosse.
Il prefetto ha invece annullato “a sorpresa” l’ordinanza. Sull’isola si è scatenata la protesta, condivisa da molti cittadini campani e pure del
Nord, allarmati dalla “superficialità” dimostrata nel non bloccare i turisti provenienti da Lombardia e Veneto.
“A nessuno di loro è stata misurata la temperatura, né sono stati fatti controlli”.
Gli abitanti di Ischia, allarmati dallo sbarco sull’isola degli autobus provenienti dal Nord Italia, chiedono a viva voce di controllare i turisti in arrivo.
Manifestazioni di panico. Proteste al Porto. Dure parole d’accusa a chi ha permesso il loro arrivo, innanzitutto il prefetto che ha annullato la decisione dei sindaci ischitani.
Ieri i sindaci dell’isola avevano imposto concordemente il divieto di ingresso per tutti coloro arrivati da Lombardia e Veneto.
Sarebbero oltre 100 turisti, che avrebbero dovuto essere bloccati di mettere piede sull’isola, ma il prefetto di è assunto la responsabilità di annullare l’ordinanza, consentendo ai bus di sbarcare, tra le proteste dei cittadini esterrefatti.
Scene di panico si sono verificate ieri sera. Le proteste continuano tuttora incessanti.
Gli abitanti dell’Isola Verde denunciano che hanno chiesto controlli ma non sono stati ascoltati, non hanno potuto sapere da quali città e paesi della Lombardia e del Veneto in particolare giungessero i turisti che stavano per sbarcare: “sono sbarcati e non è stato fatto nessun controllo medico, nemmeno è stata misurata la febbre. Anche i carabinieri li proteggevano!”.
Forti timori, motivati soprattutto dal fatto che a detta degli stessi abitanti l’unico ospedale dell’isola non sarebbe attrezzati assolutamente per reggere un’eventuale epidemia, per di più da Coronavirus. “Abbiamo paura del contagio”: questa la voce unanime della popolazione.
Sulla tormentata vicenda si è espresso anche il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino: “Ieri erano diretti qui dei pullman con oltre 100 persone provenienti da zone colpite dal coronavirus. Non è un atto di razzismo: c’è bisogno in questa fase di emergenza di strumenti precauzionali. È fondamentale costruire dei cordoni di Sanità. Vanno attuate iniziative che permettano di circoscrivere il virus, evitando che si espanda. Stiamo cercando di tutelare le nostre Comunità, rispetto ad un rischio che obiettivamente c’è, evitando di trasformare l’isola d’Ischia, come la nave da crociera lasciata in quarantena. Non stiamo fomentando nessun allarmismo”.
Motivazioni ben precise che non possono essere ignorate.
Nel frattempo, le autorità nazionali e locali dichiarano che stanno mettendo in campo “tutte le misure possibili per contenere la diffusione del coronavirus”.
Chi viene dalla zona rossa del contagio dalle 17 di ieri non può più uscire dall’area, che è presidiata da posti di blocco. Nel frattempo, però in molti si sono spostati in altre regioni, inclusi centinaia e centinaia di turisti…
Il numero di contagiati in Italia è salito a oltre 200 persone; di queste, 165 solo in Lombardia. Il numero di vittime è arrivato purtroppo a 6.
Migliaia le persone sino attualmente isolate nelle aree focolaio dell’epidemia, in primis nel Lodigiano, in Lombardia, a seguito del decreto per fronteggiare l’emergenza, finalmente emanato dal governo: per farle rispettare nella notte sono stati mobilitate le forze di polizia con disponibilità dell’esercito.
Teresa Lucianelli

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