De Luca, tra interrogazione parlamentare di Iannone e Vietri e il processo per gli sprechi sul Covid

“Presenteremo un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute Orazio Schillaci per porre all’attenzione del Governo la posizione in essere del dottore Enrico Coscioni, primario dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno e direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, al quale e’ stata applicata, su disposizione della Procura di Salerno, la misura cautelare interdittiva del divieto di esercizio della professione medica per un anno, a seguito del decesso di un paziente”, annunciano, in una nota congiunta, i parlamentari salernitani di Fratelli d’Italia, il senatore Antonio Iannone e il deputato Imma Vietri. “Nonostante il grave quadro accusatorio – sottolineano i due parlamentari di FdI – il dottore Coscioni, che tra l’altro e’ anche consigliere politico per la Sanita’ del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, continua a ricoprire la carica di presidente dell’Agenas, ente pubblico non economico di rilievo nazionale ed organo tecnico scientifico del Servizio sanitario nazionale. Per questo, chiederemo al ministro Schillaci se sussistano i presupposti per sospendere e/o rimuovere il dottore Coscioni dall’incarico, in attesa che il grave quadro indiziario ricostruito dal giudice venga accertato in giudizio”.

Il governatore della Campania, si sa, ama fare di testa sua, e tra le sue bizzarre iniziative politiche, sempre sulla sanità,   nel 2021, periodo post-Covid decise che il “green pass” che il governo Draghi aveva imposto, non bastava: ci voleva anche la sua “smart card”, la tessera made in Campania che attestava l’avvenuta vaccinazione Covid. Una decisione che adesso rischia di costare cara a  Vincenzo De Luca che va a processo dinanzi alla Corte dei conti, insieme ad altri 5, all’epoca tutti componenti dell’unità di crisi per l’emergenza coronavirus. In caso di condanna, sarebbe tenuto a risarcire un milione di euro alla Regione.

La decisione della Regione Campania di fornire ai cittadini campani un attestato digitale di vaccinazione anti covid su smart-card risaliva al febbraio 2021. Secondo la magistratura contabile, la materia era di competenza del legislatore nazionale e dell’amministrazione centrale. La decisione della Regione Campania di fornire ai cittadini campani un attestato digitale di vaccinazione anti covid su smart card risale al febbraio 2021, quando c’era già il green pass. La misura, contestata dai giudici contabili, fu adottata nel maggio del 2021 per consentire la ripresa di alcune attività turistiche, del turismo e delle visite nelle Rsa.

Per i sostituti procuratori contabili Mauro Senatore e Davide Vitale, De Luca deve essere condannato a risarcire la Regione: la somma che grava sul presidente è di quasi 1 milione di euro, per l’esattezza 928.725 euro. Per la Procura contabile la spesa di 3,7 milioni complessivi per le card si è rivelata “ingiustificata”. Perché nella primavera del 2021, quando la Regione acquistava quelle tessere, lo Stato introduceva il Green pass, rilasciato a chi si era sottoposto al vaccino. Quindi, le smart card campane, per la Procura contabile, erano un “inutile duplicato”. giudizio vanno anche il capo della protezione civile regionale Italo Giulivo (742.980 euro), il direttore della sanità regionale Antonio Postiglione (371.490), Roberta Santaniello, dirigente dell’ufficio di diretta collaborazione del presidente (371.490), il dirigente Ugo Trama (371.490), il funzionario Massimo Bisogno (928.725).

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