Danimarca: al voto, favorito centrosinistra anti-immigrazione

Danimarca al voto per le elezioni legislative che dovrebbero essere vinte, in base agli ultimi sondaggi, dalla coalizione di centrosinistra guidata dal Partito socialdemocratico di Mette Frederiksen. Circa 4,2 milioni di elettori sono chiamati alle urne dalle 8.00 alle 20.00 in appuntamento che modifichera’ gli equilibri politici nazionali per i prossimi 4 anni, dopo un governo di minoranza di centrodestra, appoggiato dal Folkeparti di estrema destra. La rinascita del partito della Frederiksen, che sembrava disperso tra le formazioni di destra e centrodestra, e’ il nodo delle legislative. Un successo attribuito dagli analisti alla sua nuova identita’ che si esprime con un programma non proprio socialdemocratico sia per quanto riguarda le politiche sociali che sull’immigrazione, quindi piu’ vicino ad ideologie di destra. Secondo gli ultimi dati il ‘blocco rosso’ della coalizione di centrosinistra dovrebbe ottenere piu’ del 55%, con in testa la formazione socialdemocratica, accreditata al 27%. Distante, al 18%, il partito del premier uscente, Lars Lokke Rasmussen, seguito dall’alleato di estrema destra che non dovrebbe superare l’11%, meta’ del suo risultato alle ultime elezioni del 2015. Al di la’ di questa scadenza elettorale, ad accomunare le principali forze politiche danesi e’ la convinzione che sull’immigrazione servono provvedimenti restrittivi, in passato appannaggio dell’estrema destra. Per loro si tratta di tutelare la generosita’ della Danimarca, puntando sull’integrazione dei rifugiati e migranti gia’ stabiliti nel Paese invece di continuare ad accoglierne nuovi, ma anche ricostruire un sistema di welfare che sta cadendo a pezzi.

Durante l’ultima legislatura, proprio per scoraggiare l’immigrazione extra Ue, la legislazione vigente e’ stata ritoccata 114 volte, in una direzione sempre piu’ restrittiva caldeggiata anche dai socialdemocratici. Una linea criticata da difensori dei diritti umani e da alcuni partiti minoritari, che denunciano un conseguente aumento degli episodi di razzismo e di discriminazione registrati in patria, passati secondo fonti di polizia da 228 nel 2016 a 365 l’anno successivo. “Non sei una cattiva persona solo perche’ sei preoccupato per l’immigrazione”, ha dichiarato in un recente comizio elettorale la Frederiksen, che con questa mossa dovrebbe ottenere consensi significativi anche nei ranghi dell’ex elettorato populista. Ancora piu’ a destra ci sono due nuovi piccoli partiti in lizza alle legislative, tra cui ‘Stram Kurs’ che vuole vietare l’islam e deportare i musulmani. Inoltre la leader socialdemocratica data come grande favorita si e’ impegnata a ricostruire lo Stato sociale danese – con un aumento della spesa pubblica dello 0,8% l’anno durante la prossima legislatura – sempre piu’ indebolito e con meno mezzi a disposizione, a cominciare dal servizio sanitario nazionale, dopo la chiusura di degli ospedali statali in 10 anni. Altrettanto in sofferenza la pubblica istruzione: nell’ultimo decennio in Danimarca hanno chiuso battente 1/5 delle scuole statali. Due settimane fa in Danimarca le elezioni europee sono state vinte dai liberali di Venstre seguiti dai socialdemocratici della Frederiksen, mentre sono crollati gli euroscettici del Partito popolare danese e l’estrema destra ha perso molti consensi rispetto al 2014.

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