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‘Concordo con il vicepresidente di Confindustria, Dolcetta, sul fatto che il contratto nazionale non debba essere superato. Ad esso il compito di fissare gli standard salariali e normativi di base, mentre alla contrattazione aziendale vanno attribuiti maggiori poteri per definire il salario di produttivita’, l’organizzazione del lavoro e degli orari’, cosi’ il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano interviene nel dibattito su contratti e rappresentanza sindacale, premettendo che si sta facendo grande confusione. L’equilibrio a vantaggio dei contratti decentrati, sostiene Damiano, va compensato cancellando la derogabilita’ del contratto nazionale introdotta dal centrodestra, correzione necessaria per impedire pratiche di dumping sociale nelle singole aziende, fonte di gravi diseguaglianze e di concorrenza sleale tra le imprese. Pur essendo necessario avere una visione organica di questi problemi occorre affrontarli uno per volta, possibilmente attraverso una sequenza logica. La prima questione e’ quella della rappresentativita’ e alla Commissione Lavoro della Camera e’ ripresa la discussione su una proposta di legge, di cui sono primo firmatario, che recepisce sostanzialmente l’accordo interconfederale firmato da Cgil, Cisl e Uil e Confindustria. Si tratta, continua il presidente della Commissione Lavoro, una legislazione di sostegno, non invasiva dell’autonomia delle parti sociali. Da li si puo’ partire: il 5% della media dei voti riportati nelle elezioni aziendali e degli iscritti certificati da’ il diritto di negoziare; il 50% piu’ uno, quello di stipulare gli accordi. Da questa architettura essenziale si puo’ anche ricavare un miglioramento della attuale legge sugli scioperi introducendo una soglia, piu’ bassa, per la loro proclamazione, ad esempio il 30%.
