“DALLA SOMMMITÀ DEL CIELO PIÙ ALTO” DI ROBERTO CRISTIANO: UN INVITO ALLA SPIRITUALITÀ

“Dalla sommità del cielo più alto”, penultima fatica letteraria di Roberto Cristiano (Edizione Progetto Cultura-€12-pag 166-2019), è un romanzo che già dal titolo disvela i suoi intenti.
La sommità, il cielo, l’altezza nella suo grado assoluto invitano da subito il lettore a sentire le spinte ascensionali che sono interne al perfetto cosmo e al perfettibile spirito di ogni essere umano.
Il romanzo di Roberto Cristiano è ambientato in Sicilia, terra in cui lo stesso autore vive da anni.
La protagonista è Oshi, una coscienziosa e appassionata insegnante di sostegno che porta disinvoltamente questo curioso nome, scelto per lei dal padre Bongio, artista visivo di calibro internazionale, adepto del carismatico guru indiano Osho.
Di Oshi sappiamo tutta la storia familiare, conosciamo già i pregressi. Un narratore esterno ed onnisciente descrive l’incontro dei suoi giovani genitori, gli anni del fervore artistico del padre e la separazione della coppia di cui possiamo solo intuire la causa. Un tradimento trapela tra le pagine. Ma siamo pur sempre in Sicilia, la discrezione è regola.
Intorno a questi tre personaggi ruotano una serie di figure secondarie ma non per questo meno importanti: il dottor Moggi, un neurologo scrupoloso e ateo, dal passato doloroso. E poi l’immancabile Aquis, l’eminenza presente in ogni romanzo di Roberto Cristiano, sia nel primo “Ilmiosoloamicoègiasone” (ed. Pagine-€13-pag 227-2005) che nell’ultimo “Esmeralda” (Edizioni Progetto Cultura-€ 12-pag 190-2021). Aquis è Turi Maggiore: personaggio tanto letterario, quanto storico. Maestro di Scienza Sacra, curatore di animi e corpi, è in vita terrena stata figura di spicco della massoneria siciliana. Delineato da Roberto Cristiano, appare figura somma e umilmente semplice come tutti i grandi uomini, come i veri iniziati.
Di iniziazioni e di spinte verso piani alti e celesti si fa menzione di continuo, insieme a descrizioni di pratiche, di storia e ritualità dei templari e dei massoni. Julius Evola viene citato, così come Mozart e Filippo il Bello, Bernardo di Chiaravalle e altre figure che nella confraternita dei Frà Massoni hanno avuto un ruolo chiave. Oltre quindi alla trama e l’intreccio delle vite e storie d’amore e sesso dei personaggi, “Dalla sommità del cielo più alto” può essere un ottimo spunto per chi volesse toccare tematiche filosofico-sapienziali per poi successivamente approfondirle in testi di saggistica.
Il linguaggio del romanzo è volutamente fresco e fluido, anche se spesso si possono incontrare termini ricercati e da ricercare sul vocabolario. Non c’è però la voglia matta della parola desueta al fine di stupire, tutto è sempre funzionale alla narrazione. E la narrazione stessa a sua volta è funzionale all’invito che Roberto Cristiano fa a tutti i lettori: compiere un percorso spirituale per far sì che questo passaggio terrestre, chiamato Vita, sia il tratto di un ascensione verso la Luce.
Un romanzo che a sua maniera crea un cerchio che si chiude, un cerchio perfetto, di quelli che Giotto e Bongio sanno far senza compasso.
A fine opera esso si completa nell’eterno ciclo di nascita, crescita, riproduzione e morte.
Roberto Cristiano, autore napoletano sessantacinquenne, ha guidato la pagina siciliana del glorioso giornale socialista “Avanti!”, Ora capo redattore del quotidiano nazionale “Progetto Italia News”, diretto da Andrea Viscardi. Vive a Messina, è Cerimoniere dell’Ordine Templare Internazionale Nova Miliiia Christi.
E in uscita il suo nuovo romanzo, “Il Betta e la Betta”, per la casa editrice Edizioni Progetto Cultura.
Barbara Lalle

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