‘Dalla sommità del cielo più alto’, nuovo romanzo di Roberto Cristiano

 

Con ‘Dalla sommità del cielo più alto’ Roberto Cristiano ritorna, dopo il precedente romanzo ‘ilmiosoloamicoègiasone’, a scrivere su temi ermetici. Si tratta di un buon lavoro, piuttosto ricco e vivace, buon esempio di quello che si può fare attraverso processi alchemici. La domanda è d’obbligo: cos’è l’alchimia?. La risposta è semplice: si tratta di un complesso di operazioni svolte interiormente che hanno come risposta un visibile cambiamento esteriore. In termini semplici: avere la possibilità di cambiare il piombo in oro. L’alchimia implica, ovviamente,  un’esperienza di crescita, o meglio,  un processo di liberazione spirituale dell’operatore. Nello scritto ritorna Aquis, già presente in ‘ilmiosoloamicoègiasone’, che parla dell’Opera, suddivisa in Grande Opera e Piccola Opera. Parla, in sintesi, del Graal.  Da un punto di vista simbolico, il Graal allude al possesso di una conoscenza  iniziatica, che da un lato viene elargita gratuitamente da Dio, ma dall’altro comporta una conquista, riservata a coloro in grado di coglierne il significato e perseguirlo. Tutti possediamo il Graal, il vero impegno è farlo emergere, grazie al nostro impegno e altro, necessari per conquistare la ‘purezza’. Quando si parla di infaticabilità  e purezza si  pensa al superamento, e al controllo,  dei sette peccati capitali: ‘Superare la superbia con l’umiltà, l’avarizia con la carità, la lussuria con la castità, l’ira con la pazienza, la gola con la temperanza, l’invidia con la generosità, l’accidia con la diligenza’. E’ questa la ‘Grande Opera’ che bisogna compiere. Unendo a questo  un pensiero pulito e ‘purificato’,    senza interferenze di disturbo,  ci si pone nella condizione di poter  anelare  alla ‘Grazia’ del Signore. In nuce si parla della pratica del pensiero.  Aquis svela in tre principi ineludibili della ‘Piccolo Opera’: ‘Sale’  ‘Zolfo’ e ‘Mercurio’, svelando come ‘attivarli’.  Aquis è un ‘Cervo Bianco’  associato alla luce segreta del sole, simbolo dell’iniziato ai misteri della vita e della morte, che ha superato le prove di trasformazione e rinnovamento della propria personalità, ottenendo la ‘Conoscenza’,  simbolo della rigenerazione vitale, valore allegorico di sviluppo e di unione tra le forze superiori e quelle inferiori, vero mediatore tra cielo e terra. L’autore tocca in modo chiaro la pratica  conclusiva delle operazioni alchemiche.   Il personaggi presenti nell’originalissimo  approccio narrativo,  che si dipana attraverso il concatenarsi delle vicende dei  personaggi,   offre uno spaccato di vita in cui il lettore si trova sorprendentemente catapultato.  Lo scritto si apre con Oshi Bongio, insegnante di sostegno, snocciolando le vicende legate alla sua vita personale.  Oshi è   figlia di Gian Luigi Bongio, pittore e scultore di fama internazionale e di ‘confusionaria conoscenza’. Entra nello schema narrativo Toni Moggi, affermato neurologo. Lo scritto è ricco di considerazioni e commenti su alcuni temi (dall’orologio del campanile di Messina a Curzio Malaparte, dal bullismo alla magistratura, dalla religione al cammino neocatecumenale, dalle sette religiose all’omosessualità, dai Templari alla Massoneria, dalla P2 a Totò massone,   dall’ateismo ai social network,   fino ai travolgenti  rapporti fra Oshi e Toni basati sul sesso. Il testo,   ricco di argomenti e temi molteplici,  potrebbe rappresentare il patrimonio di conoscenze ed esperienze lasciato dalle vecchie alle nuove generazioni.

Giuseppe Turiaco

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