Al Teatro Trastevere è andato in scena fino al 30 ottobre Soap Operetta, l’ultima creazione di Enza Li Gioi, autrice e attrice che da anni anima la scena culturale romana insieme alla figlia Costanza Dragotta con il loro Lettere Caffè. Un titolo che incuriosisce fin da subito, Soap Operetta, dove il gioco di parole tra “soap” e “operetta” racchiude l’anima doppia dello spettacolo, a metà tra il brillante e il macabro, tra la commedia e l’ombra di una storia nera.
La vicenda trae spunto da un fatto realmente accaduto nel secolo scorso, quello di Leonarda Cianciulli, passata alla cronaca come la “saponificatrice di Correggio”. Una donna che, dietro un’apparenza affabile e amorevole, attirava a sé le sue vittime per poi ucciderle e trasformarle in sapone. Enza Li Gioi parte da questo inquietante frammento di storia italiana per reinventarlo in chiave teatrale, spostandolo nella Roma popolare degli anni Quaranta e trasformandolo in una sorta di fiaba nera piena di ritmo, ironia e sorprese.
La protagonista è una contessa decaduta, costretta a vivere in una borgata con due figli difficili e pochi mezzi, in affitto da un usuraio innamorato di lei. Quando uno dei figli manifesta il desiderio di affrontare un intervento di transizione sessuale, la donna si trova davanti a una spesa impossibile da sostenere e, spinta dalla disperazione e dal desiderio di mantenere un’apparenza di controllo, sceglie una strada impensabile. Da quel momento la commedia si trasforma in una danza grottesca, un’operetta del delitto in cui la follia si veste di grazia e la tragedia di un sorriso amaro.

La regia di Fabio Luigi Lionello tiene insieme con maestria i registri più diversi, alternando momenti di umorismo surreale a lampi di crudeltà domestica. Attorno alla Li Gioi si muove un cast brillante e compatto, formato da Cosimo Famigliolo, la sopran-attrice Sara Pastore, Simona Sorbello, Francesco Maggi, Cristina Bevilacqua e Anthony Rosa, che firma anche scene e costumi. Al pianoforte, nel ruolo del figlio, il maestro Francesco Paniccia accompagna con delicatezza musicale un racconto che si muove tra note leggere e dissonanze interiori.
Enza Li Gioi domina la scena con eleganza e carisma, restituendo al personaggio quella doppiezza che la storia richiede: donna di rango e di rovina, madre e carnefice, ironica e tragica nello stesso respiro. La sua interpretazione è intensa e naturale, piena di sfumature, capace di far sorridere e inquietare nello stesso momento. Accanto a lei spicca l’interpretazione di Anthony Rosa, che con gesti precisi e una comicità fisica irresistibile riesce a strappare risate anche nei passaggi più cupi.
Suggestiva la trovata scenica delle attrici che, una volta “uccise” dalla contessa, restano in scena avvolte da veli trasparenti come presenze leggere, sospese tra il mondo dei vivi e quello del teatro. Un’idea poetica e simbolica che trasforma il macabro in visione, restituendo alla crudeltà della cronaca un tocco quasi lirico.
La pièce, della durata perfetta per un atto unico, scorre con ritmo agile e fresco, senza mai perdere di tensione. L’ultima replica si è svolta davanti a un pubblico caloroso, con la sala quasi esaurita e lunghi applausi finali. Molti spettatori si sono fermati a ringraziare gli attori per aver regalato loro una serata di vero teatro, fatta di emozione, intelligenza e ironia.
Soap Operetta è una piccola gemma di scrittura e di interpretazione, una commedia nera che parte da una delle storie più inquietanti del nostro Novecento per trasformarla in arte, in un gioco teatrale dove tutto è insieme reale e finto, crudele e divertente. Un omaggio alla follia, all’amore e alla fragilità umana, raccontato con la grazia e la passione di una donna che il teatro ce l’ha nel sangue (foto di Ivano Pica).
Barbara Lalle
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