Il programma del viaggio in America Latina del presidente del consiglio Matteo Renzi illustrato dall'Infografica Centimetri, Roma, 22 Ottobre 2015. ANSA/ CENTIMETRI

Dal Cile a Cuba, Renzi e le imprese volano in Sudamerica

Anche senza il nuovo Airbus A340, rimasto a terra per gli ultimi collaudi, comincia oggi la missione di sistema di Matteo Renzi, con una novantina di imprenditori italiani, in Sudamerica e Cuba. Con un volume di esportazioni che, tra Cile, Perù, Colombia e Cuba, supera i 2 miliardi di euro, l’altra America Latina rappresenta un mercato in espansione per le imprese italiane. E, all’Havana, l’Italia non vuole perdere il treno della lenta apertura ai capitali stranieri nell’anno dello storico disgelo delle relazioni diplomatiche tra Cuba e Usa. Mentre in passato i premier italiani si sono succeduti in Brasile e Argentina, è la prima volta che un presidente del consiglio visita il Perù, la Colombia e Cuba mentre il Cile fu una tappa del viaggio sudamericano di Romano Prodi. Dal 23 al 28 Renzi, insieme ai viceministri Carlo Calenda e Mario Giro, alle maggiori imprese italiane, da Eni a Enel a Finmeccanica, e ad una rappresentanza di Confindustria e di gruppi come Sace, incontrerà le business community dei quattro paesi. Impulso ai rapporti commerciali ma anche colloqui con le massime autorità per risaldare un legame tradizionalmente buono per la storica presenza di emigrati italiani in Sudamerica. E all’Havana ricambierà la visita di Stato dopo che meno di un anno fa Raul Castro incontrò il premier a Palazzo Chigi. A Santiago del Cile, dopo l’accoglienza all’aeroporto Benitez da parte dei vertici Astaldi che gestiscono lo scalo, il premier incontrerà la presidente della Repubblica Michelle Bachelet. A seguire terrà un intervento all’Università del Cile, visiterà l’Angelini Innovation Center, simbolo del ruolo propulsivo delle comunità italiane, ed il Museo alla Memoria, ricordando il sostegno italiano alla storia del percorso democratico cileno. L’interscambio commerciale tra Cile e Italia ammonta nel 2014 a circa 2,1 miliardi di euro. Per favorire l’export italiano Sace firmerà un accordo con Banco de Chile e sarà firmato anche un accordo sulla doppia imposizione per agevolare gli investimenti reciproci. Sabato Renzi visiterà nel nord del Cile la struttura astronomica dell’European Southern Observatory di Paranal per poi raggiungere domenica, insieme al primo ministro peruviano Cateriano il sito archeologico del Machu Picchu. Lunedì 26 il premier visiterà in Perù cantieri di aziende italiane e terrà colloqui ufficiali con il Presidente della Repubblica del Perù Ollanta Humala Tasso. Come il Cile anche il Perù, nonostante una contrazione del Pil negli ultimi due anni, rappresenta un mercato in espansione e da sempre è fra i principali produttori mondiali di rame, argento, piombo, zinco e oro. Con un export intorno ai 381 milioni, l’obiettivo della missione italiana è di rafforzare gli investimenti nel settore delle costruzioni, in quello minerario ed in quello alimentare. In Colombia, Renzi avrà martedì un colloquio ufficiale con il Presidente della Repubblica Juan Manuel Santos e incontrerà gli esponenti della comunità italiana presso il Centro Italiano e al Collegio Leonardo Da Vinci. Le esportazioni italiane verso la Colombia hanno registrato un aumento del 17,4% raggiungendo i 718 milioni ma gli investimenti italiani sono ancora timidi anche se di recente la multinazionale Ferrero ha fatto un significativo investimento in Colombia. La missione si concluderà mercoledì all’Avana. Il premier visiterà e terrà un intervento all’Istituto Superiore de la Artes, istituzione-simbolo dell’insegnamento cubano, progettata da architetti italiani. La cultura, in primis come arte del restauro, è uno dei campi in cui l’Italia vuole dire la sua in un paese che, pur in modo lento, sta uscendo dall’isolamento commerciale. La recente approvazione della riforma alla Ley de Inversion Extranjera ha aperto parzialmente Cuba ai capitali stranieri. E, come conferma Sace, che stima un export aggiuntivo di beni italiani, attualmente intorno ai 268 milioni, a circa 220 milioni tra il 2015 e il 2019, un’opportunità che il governo italiano non vuole perdere.

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