Dacia Maraini: “Moravia adorava viaggiare”

“Moravia in viaggio era instancabile. La cosa che più sorprendeva è che da ultimo era anche anziano, ma si muoveva come un giovanotto e non si stancava mai. Mi ricordo una volta che siamo arrivati,  dopo otto ore di Land Rover, su quelle strade terribili,  in un paesino in mezzo all’Africa e lui ha sentito che stavano suonando e ballando e ha detto: “Andiamo a ballare!”. Questo era Moravia, veramente un ragazzino”. E’ uno dei passaggi della lunga intervista che Antonio Politano ha fatto a Dacia Maraini in occasione del Festival della Letteratura di Viaggio e che sarà proiettata domenica 28 settembre in occasione dell’incontro Moraviana.  Alberto Moravia era un uomo che amava molto viaggiare, bagaglio leggero, abiti funzionali. C’era in lui uno stile da reporter anni trenta,  piuttosto un reporter di cultura anglosassone che non italiana. Grande capacità di adattamento e cura scrupolosa dell’igiene, pasti frugali, sempre pronti disinfettanti per l’apparato digerente”, ha scritto Enzo Siciliano. Gli piaceva molto incontrare le persone del luogo, chiedeva sempre di incontrare gli scrittori, i cineasti, gli affabulatori, insomma gli intellettuali. E ce ne sono sempre, anche nei paesi più arcaici, così detti primitivi. C’è sempre qualcuno che si occupa di arte, anche solo di scolpire delle statuette per i turisti, ma a lui piaceva incontrare le persone, cercava questi incontri. E poi è vero quello che dice Siciliano, che era sobrio, mangiava pulito, cercava di stare attento. Viaggiando in Africa bisogna stare attenti: non bere mai acqua, mangiare la frutta sbucciata, la verdura cotta. D’altronde per fortuna né lui né io abbiamo mai preso nessuna malattia. Stavamo attenti, prendevamo l’anti-malaria. E poi era molto curioso. Gli piaceva girare negli itinerari diciamo non-turistici. Perché gli itinerari turistici purtroppo sono già prefabbricati e spesso sono fasulli, c’è qualcosa di preparato per i turisti, per non fargli far fatica. Però è una finzione, una recita, spesso la recita dell’esotico. Invece lui cercava di andare dove non andavano i turisti, e in questo senso era un viaggiatore intelligente, un viaggiatore non conformista.

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