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Dal TreNo del movimento cinque stelle al camper di Matteo Salvini la battaglia per il referendum passa anche da mezzi di trasporto alternativi.
Anche all’epoca dei social network, della comunicazione via Facebook e twitter, i protagonisti della politica non rinunciano comunque agli incontri sul territorio, dalle grandi città ai piccoli centri. E non solo in Italia.
Negli States, prima che prendessero piede i jet privati, i vari candidati alla Casa Bianca giravano in lungo e in largo il Paese in treno. Queste campagne erano chiamate ‘whistle stop tour’: ogni candidato passava da un piccolo centro, chiamava a raccolta i cittadini con il fischio e teneva comizi direttamente a bordo del vagone.
Fece epoca lo stacanovista Harry Truman: nel 1948 percorse circa 50mila chilometri, tenne 356 discorsi, con una media di 16 al giorno.
Da noi si ricorda ancora il pullman dell’Ulivo del 1996 di Romano Prodi, quattro anni dopo Francesco Rutelli, scelse un trenoribattezzato ‘L’Ulivo express’ per girare la penisola.
Anche Silvio Berlusconi, sempre nel 2000, ma in occasione delle regionali utilizzò ‘Azzurra, la nave della Libertà’, per girare le coste italiane.
Quella campagna lo portò a un successo che determinò la caduta del governo D’Alema. Sempre sul mare, ma in tono minore, si ricorda nel 2005 la crociera elettorale in barca a vela di Alfonso Pecoraro Scanio, il leader dei Verdi dell’epoca.
In pullman nel 2008 anche Walter Veltroni, e camper per Matteo Renzi, nel 2012, all’epoca della sfida con Bersani per la guida del Pd.
Di queste settimane, tra i leader a due ruote, il candidato sindaco di Roma, Roberto Giachetti e il grillino Alessandro di Battista che tuttora promuove il No al referendum girando l’Italia a bordo del suo scooter.
