Da “pietra dello scandalo” a “capro espiatorio”. Dietro front di Fiorito: “Pronto a restituire 400mila euro”

Cattiva gestione dei fondi, norme antiche che vanno ‘adeguate’ ai tempi moderni. Le tenta tutte Franco Fiorito, pur di discolparsi  è pronto anche a negare l’evidenza. Anzi , fa di più. Da “pietra dello scandalo”, diventa, a suo parere un semplice “capro espiatorio”. Come a dire che i responsabili sono altri, lui ci ha solo rimesso la faccia”. “Io sono il responsabile di un mancato controllo e di una gestione molto ampia del patrimonio. Non credo di essere la pietra dello scandalo ma un capro espiatorio. E’ giusto che ci sia indignazione ma dal punto di vista dei numeri c’è una grande confusione. Il problema è la maglia legislativa in cui ci siamo introdotti”, dichiara animatamente intervenendo a Tgcom24.

Poi, dà la colpa al “sistema”, “che ha fatto il suo tempo e va cambiato per essere più coerenti con la società odierna che chiede una riduzione dei costi”. “Però – e qui l’ex capogruppo del Pdl  dà il menglio di sé- non è attribuibile a me questo meccanismo, io l’ho trovato così e ho rispettato le leggi. Parlare di ladrocinio è troppo. Mi vengono attribuite frasi, anche sulla Polverini, che non so da dove siano state tratte. Io non so se la Polverini avesse letto o meno quella famigerata lettera, era tra i destinatari, ma poi non ne abbiamo più parlato. Di certo non sono andato in Procura a denunciare un sistema o addirittura a denunciare la Presidente”.

“Non ho fatto nomi, ma ho portato la documentazione dei 17 consiglieri del gruppo. Non si tratta di dossier contro qualcuno – spiega Fiorito – la documentazione che è stata data ai magistrati spiega che c’è una gestione improntata alla legalità. Quando si analizzerà quell’attività contabile si scoprirà che gran parte delle cose che si stanno dicendo sono inesistenti”.

“Accusatemi di quello che ho fatto, se c’è una cosa di cui posso essere colpevole è di aver gestito con leggerezza una grande quantità di denaro ma nessuno può dire che ho utilizzato in maniera impropria quel denaro – aggiunge – se lo hanno fatto altri colleghi lo verificherà la magistratura ma io ho la coscienza apposto. L’interrogatorio è stato lunghissimo e non si è arrivati nemmeno ad analizzare le carte”.

“Credo che da oggi si comincerà ad analizzare le carte vere – conclude – Ho letto di spese assurde, c’è una culpa in vigilando da parte mia, ma non sono stato io ad andare a magiare le ostriche e a fare i festini vestito da maiale”.

Ma il vero scoop è arrivato nella serata di ieri. Secondo quanto riferito dall’avvocato Carlo Taormina in serata, Fiorito ha deciso di calcolare quanto intende restituire delle somme trasferite all’estero che sono oggetto dell’inchiesta. Ben 400mila euro, secondo alcuni. Ma c’è qualcosa che non si può restituire. E’ la credibilità di una politica che ha fatto il suo tempo e che,facendosi gioco della fiducia degli elettori, affronta il presente lasciandosi “macchiare” dall’ inganno dello scandalo.

C.I

 

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