Da migranti a Flat tax, i nodi da sciogliere

Limature e ultimi dettagli. E’ iniziato da pochi minuti alla Camera l’incontro tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che oggi cercheranno di mettere una firma sulla versione definitiva del contratto di governo.

Immigrati, possibilità di riforme in deficit, nodo Tav, flat tax, limite di due anni al reddito di cittadinanza. Questi alcuni dei punti che figurano evidenziati in rosso nella bozza del contratto M5s-Lega, non la bozza definitiva ma quella su cui si lavora ancora,   dunque da sottoporre all’attenzione dei due leader, che dovrebbero pronunciarsi in merito decidendo la strada da imboccare.

E si tratta, non a caso, dei temi di maggiore interesse delle due forze politiche. In particolare, sulla flat tax, nella bozza  risalente alle 18 di ieri si individuano ‘due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite Iva e famiglie; per le famiglie e’ prevista una deduzione fissa di 3.000 euro sulla base del reddito familiare; un’aliquota fissa al 15% per le società’.

Il reddito di cittadinanza entra invece a pieno titolo nel contratto di governo, assieme alla pensione di cittadinanza. Fissate entrambe a 780 euro mensili, unica parte da sottoporre all’attenzione dei due leader -a meno di interventi del tavolo tecnico nel pomeriggio- é l’arco temporale di due anni per il sussidio previsto per gli inoccupati.

Il capitolo sui migranti titola ‘Immigrazione: rimpatri e stop al business’. Sono previsti rimpatri più facili per gli irregolari, le parti invece evidenziate in rosso -dunque da decidere dai due leader- riguardano le sedi di permanenza temporanea, ma anche il capitolo, caro a Salvini, dell’istituzione di un registro dei ministri di culto, lo svolgimento delle prediche in lingua italiana e la tracciabilità dei finanziamenti per la costruzione delle moschee e, in generale, dei luoghi di culto, anche se diversamente denominati.

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