Da CIG ad autonomi: Governo studia nuovo pacchetto anti-crisi

La crisi di Governo è ufficialmente entrata nel vivo. Proprio in questi minuti si è concluso il lungo intervento del Presidente del Consiglio Conte alla Camera dove i margini di una ricucitura con Matteo Renzi sembrano decisamente ridotte.

“Le nostre energie dovrebbero essere tutte, sempre concentrate sulla crisi del Paese. Così, agli occhi dei cittadini, appaiono dissipate in contributi polemici, spesso sterili, del tutto incomprensibili. Rischiamo così tutti di perdere contatto con la realtà. C’era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No”, ha detto il Premier che è tornato a parlare di “grave gesto di irresponsabilità”.

Intanto, in attesa di capire cosa succederà domani (la vera partita si gioca al Senato dove i numeri sono piuttosto risicati ma potrebbe bastare la maggioranza relativa anzichè quella assoluta di 161) il Governo, parallelamente a lavorare, al nuovo pacchetto anticrisi per tentare di dare un po’ di ossigeno a categorie e settori messi letteralmente in ginocchio dalla pandemia.  Tre, in particolare, le misure pronte ad entrare nel Decreto Ristori.

Autonomi senza dubbio tra i più colpiti e proprio nell’ottica di limitare i danni, con la Legge di Bilancio è stato istituito presso il ministero del Lavoro di un Fondo con una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro, per l’esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali dovuti nel 2021 dai lavoratori autonomi e dai professionisti che abbiano percepito nel periodo d’imposta 2019 un reddito complessivo fino a 50mila euro e abbiano subìto un calo del fatturato (o dei corrispettivi) nel 2020 non inferiore al 33% rispetto al 2019.Per assicurare a tutta la platea interessata lo sconto per l’intero 2021, la dote sarà incrementata di 1,5 miliardi.

Come scrive   il Sole24Ore, altra misura al vaglio che dovrebbe valere intorno a 5 miliardi, è la proroga della cassa integrazione per 18 settimane. Al momento, ma siamo ancora nel campo delle ipotesi, l’idea è quella di assicurare 18 settimane di proroga della cassa Covid (gratuita) alle sole imprese del terziario lasciando una proroga di 4 settimane alle imprese che utilizzano la cassa ordinaria – industria, edilizia-, che al termine dell’utilizzo potrebbero, dunque, licenziare.

Infine, con l’obiettivo di contenere l’ondata di possibili licenziamenti che potrebbero arrivare alla fine del blocco, ossia dal 31 marzo in poi, durante il tavolo sulla riforma degli ammortizzatori dei giorni scorsi tra Ministro del Lavoro Catalfo e Sindacati si è parlato anche di contratto di solidarietà difensiva che – come riferisce il quotidiano economico – “si vorrebbe rendere più appetibile riconoscendo uno sconto contributivo alle imprese e diminuendo la percentuale che viene persa dai lavoratori (alzando i massimali), e calcolando una riduzione oraria su base mensile (eliminando l’ipotesi di riduzione giornaliera o settimanale).”

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