Una veduta di Palazzo Chigi dove è in corso un nuovo vertice di governo sul testo del decreto di Agosto, Roma 6 agosto 2020. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

Da caro energia a Legge Bilancio, partenza in salita per nuovo Governo

Sarà un inizio decisamente in salita per il Governo che sarà premiato dagli elettori il 25 settembre: ammonta, infatti, a 35 miliardi di euro l’ “eredità” che il nuovo esecutivo si troverà in eredità. Decisamente elevato l’importo di cui dovrebbe farsi carico entro la fine di quest’anno, almeno per dimezzare gli effetti della crisi energetica in corso. Altrimenti, il rischio che moltissime imprese e altrettante famiglie non siano nelle condizioni di pagare le bollette e, conseguentemente, di vedersi chiudere la fornitura, è molto elevato. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA. Se consideriamo che, rispetto l’anno scorso, i rincari energetici del 2022 cubano 127,4 miliardi di euro, a questo importo vanno sottratti i 58,8 miliardi di sostegni fin qui erogati dal Governo Draghi per contrastare il caro bollette. Importo, quest’ultimo, che include anche i 14 miliardi circa che il Governo Draghi ha approvato due giorni fa. Rispetto al 2021, pertanto, le famiglie e le imprese, al netto degli aiuti stanziati, dovranno farsi carico di un aumento del costo dell’energia elettrica e del gas che sfiora i 70 miliardi di euro. Ritenendo improbabile – scrivono gli artigiani mestrini –  un azzeramento di questo incremento, secondo l’Ufficio studi della CGIA il nuovo esecutivo che “uscirà” dalle urne il prossimo 25 settembre dovrà, entro la fine dell’anno, recuperarne almeno la metà (35 miliardi) per sostenere chi non ha i soldi per pagarle, altrimenti il rischio che il Paese “collassi” è molto probabile. Un impegno economico da far tremare le vene ai polsi, visto che entro la fine dell’anno, a meno che non “scivoliamo” verso l’esercizio provvisorio, il nuovo Parlamento dovrà approvare anche la legge di Bilancio per il 2023 per svariate decine di miliardi di euro. Secondo l’indagine campionaria condotta nel febbraio scorso da Arte1 , il 15,4 per cento delle PMI e degli utenti domestici (molti dei quali sono costituiti da lavoratori autonomi e partite Iva) non era riuscito a onorare il pagamento delle bollette di luce e gas. Gli insoluti ammontavano a 26 milioni di euro, una cifra che, nel frattempo, è sicuramente aumentata. Sette mesi fa l’ammontare dei debiti si aggirava in media tra i 7-800 euro al mese per gli utenti domestici, di circa 5 mila euro per le piccole imprese e le partite Iva. Con gli aumenti che in questi ultimi mesi hanno caratterizzato le bollette di luce e gas, segnala l’Ufficio studi della CGIA, corriamo il pericolo che entro la fine dell’anno siano almeno il 30 per cento le utenze domestiche e le Pmi non in grado di pagare le bollette. Per la CGIA di Mestre sì. I primi 100 giorni del nuovo esecutivo – scrivono – saranno irti di problemi e di difficoltà.  E chiunque vinca le elezioni, in particolar modo all’inizio, avrà poche risorse economiche a disposizione. Tuttavia, se queste misure di contenimento degli aumenti dei costi energetici verranno approvate, dovranno essere recuperate attraverso nuovo deficit. Altrimenti, per moltissimi fornitori, i mancati pagamenti/morosità da parte degli utenti, in particolar modo delle bollette di novembre e dicembre che sono tra le più care dell’anno, subiranno un’impennata mai vista prima. “E’ evidente, almeno sino al momento in cui l’UE non troverà un accordo sull’introduzione di un tetto al prezzo del gas e al disaccoppiamento di quest’ultimo da quello dell’energia elettrica prodotta con le rinnovabili, l’unica cosa da fare è ristorare imprese e famiglie in difficoltà, compensando almeno la metà dell’aumento del costo per l’energia, recuperando le risorse attraverso un aumento del debito pubblico. Ovviamente con l’assenso di Bruxelles che, nel frattempo, dovrebbe allentare i vincoli normativi sugli aiuti di Stato”.

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