Cromie e materie

Alla BpMed di Napoli da oggi una personale di Raffaele Miscione. Nella ricerca continua che Miscione persegue, la forma del colore ha sempre avuto importanza, e il suo lavoro è passato dalle iniziali esperienze figurative di marcata adesione alle ipotesi del reale all’informale; sempre approcciate con la memoria e la cifra stilistica del sapere tecnico e pittorico, dove il colore è materia e come tale anche nelle opere dei cicli passati aveva la sua primaria importanza, tanto da sentirne l’esigenza anche nel ciclo del 2008 a grafite su tavole. Nella produzione odierna l’artista ricerca la sintesi da ottenere attraverso l’informale, ma una pittura matura e conscia della propria forza emozionale, dove le cromie sono materia da porre e tirare via con graffi e stesure che creino piani interlacciati fra toni diversi e ne rendano struttura aerea. Nelle tante tecniche e materiali che Miscione lavora, non si legge solo la lezione dei maestri, ma una personale ipotesi, che sa essere pensiero stesso dell’azione del fare arte oggi. Quindi la pittura, come formula certamente legata alla conoscenza delle regole tecniche, ma imperniata soprattutto sulla capacità di “immaginare” dell’artista, e nella sua personale tavolozza fatta di slanci mediterranei dove i colori sempre cari in tutta la sua produzione, si uniscono a nuove tensioni cromatiche che diventano materia stessa, soluzione di completamento e di legante con materiali vari che formano piani, e che si legano alle sperimentazioni che Miscione usa come processo personale artistico, dove la poetica non subisce più l’impronta ineludibile della figura, ma formula tra cromie e materie l’ipotesi del pensiero stesso, che oltre ad essere titolo della mostra, ci sembra ben interpretare lo stato attuale del fare dell’artista, che pur nella capace stesura materica, riesce a dare alle sue opere una vellutata sensazione eterea, un emozione, che raggiunge lo spettatore, che entra in unione con l’artista proprio in virtù della capace stesura e dell’innato senso cromatico, cosa che non te lo insegna nessuno. Una certezza del panorama napoletano per una presenza da sottolineare per chi investe e per chi ricerca la pittura, non solo come retorica ricerca del bello, ma con la convinzione di acquisire opere di valore.

 

Gianni Nappa

 

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