Crolla il mercato immobiliare italiano. Giù la produzione industriale

Crollo del mercato immobiliare italiano nel 2012. Lo scorso anno si è registrata una flessione nelle compravendite di 150mila unità. Secondo il rapporto immobiliare 2013 di Abi e Agenzia delle Entrate, si tratta del peggior risultato dal 1985 quando le abitazioni comprate e vendute erano state circa 430 mila. Come emerge dal rapporto realizzato dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’Abi presentato oggi a Roma nel 2012 si è registrata una flessione del del 27,5% rispetto al 2011 per i volumi di compravendite delle case (a 448.364 numero di transazioni), con un calo inferiore per i capoluoghi (-24,8%), e maggiore nei comuni non capoluogo (-26,1%). Il calo più elevato delle compravendite nel 2012 rispetto al 2011 è stato registrato nel nord-est dove si realizza il 18,3% del mercato nazionale: in questa area geografica il calo delle compravendite è stato del 28,3% rispetto al 2011. Nelle otto principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze) il calo delle compravendite è stato del 22,4% con un valore di scambio stimato di circa 19,5 miliardi di euro, ovvero 5,7 in meno rispetto al 2011. Stabile, invece, l’indice di accessibilità che misura la possibilità di accesso alle famiglie italiane all’acquisto di una abitazione. Nel secondo semestre del 2012, dopo un anno e mezzo di calo, è aumentata la percentuale di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo del mutuo per l’acquisto di una casa.

Produzione industriale giù. Come per gli immobili la produzione industriale italiana fa registrare il segno meno: 5,2% a marzo rispetto allo stesso mese del 2012. Per Eurostat è il peggior dato tra le grandi economie continentali. Dati negativi anche per Germania (-1,5%) e Francia (-1,6%). Una forte crescita si registra solo (+11,1%) e paesi baltici. Nell’insieme dell’ Eurozona il calo è stato dell’ 1,7% (-1,1% nella Ue a 27).

Stop all’inflazione. Buone notizie arrivano invece dal fronte dei prezzi al consumo. Secondo i dati diffusi dall’Istat ad aprile l’inflazione registra una brusca frenata con il tasso di crescita dei prezzi al consumo che si ferma all’1,1% su base annua, ovvero al livello più basso dal dicembre del 2009 (1,0%). Il forte rallentamento è legato alla frenata dei prezzi dei beni energetici che calano del 2,1% rispetto a marzo e registrano una diminuzione dello 0,9% su base annua (dal +3,4% di marzo).

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