Crisi, Squinzi aut aut al governo: “Subito le 5 proposte per rilancio”

La crisi in Italia ha toccato picchi altissimi, scioperi e manifestazioni, anche abbastanza accese, si stanno verificando da Nord a Sud. La situazione è davvero al limite. Sulla base di tutto ciò che sta accadendo, la Confindustria lancia l’ennesimo l’aut aut al Governo Letta. E il numero uno Squinzi sferra l’ennesimo attacco: “Invertire rotta”. Confindustria lancia cinque proposte al governo per rilanciare l’economia, dalla semplificazione al taglio degli oneri sociali. Da Viale dell’Astronomia, attraverso il vicepresidente del suo Centro studi, Fulvio Conti, giungono le misure che “un governo responsabile dovrebbe tradurre tempestivamente in linee d’azione”, e ha garantito che si tratta di una “missione per la quale il nuovo governo può contare sul sostegno” degli industriali, e che richiede scelte coraggiose e una strategia di rilancio della crescita attraverso una solida politica industriale”. I cinque punti presentati da Confindustria si riferiscono al “progetto per l’Italia già presentato”. “A partire – dice Conti – dalla madre di tutte le riforme sul fronte delle semplificazioni e della sburocratizzazione. Serve poi tagliare i costi per le imprese, agire sul costo del lavoro e con un fisco più leggero: per gli oneri sociali Confindustria chiede un taglio di 11 punti. Quindi ridare liquidità all’economia, pagando i debiti della Pubblica amministrazione e sostenendo l’accesso al credito delle Piccole e medie imprese. Il quarto punto è correggere la riforma del mercato del lavoro per renderlo meno vischioso e inefficiente, anche con un patto generazionale, incentivazione all’esodo, e sgravi fiscali per giovani, donne e Sud. Il quinto punto è infine detassare gli investimenti in ricerca e innovazione e favorire gli investimenti pubblico-privati in infrastrutture materiali e non, anche ricorrendo allo strumento del credito d’imposta”.  Inoltre  Giorgio Squinzi, sottolinea che: “Se non invertiamo la rotta rischiamo di vedere ulteriori defezioni nella base produttiva industriale. Ma ce la possiamo fare perchè restiamo al secondo posto in Ue, siamo la settima potenza industriale nel mondo e la quinta per esportazione”.

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