Crisi degli esercizi di vicinato: cittadini ed esercenti contro la desertificazione commerciale

La crisi degli esercizi di vicinato porterà alla scomparsa di un servizio primario per i cittadini, specialmente nei centri più piccoli, dove il commercio al dettaglio costituisce una vera e propria dispensa a portata di mano.

Per esercizi di vicinato si intendono gli esercizi la cui superficie di vendita non supera i 150 mq, nei comuni con popolazione residente inferiore ai 10.000 abitanti, e i 250 mq, nei comuni con popolazione residente superiore ai 10.000 abitanti.

Federconsumatori e Fiesa Confesercenti hanno tracciato una mappa della progressiva desertificazione degli esercizi di vicinato, prima e durante la pandemia, che sarà presentata a Roma il prossimo 18 novembre nell’ambito dell’Assemblea elettiva Fiesa Confesercenti.
In totale le attività di vicinato operanti nel settore alimentare che tra gennaio 2018 e giugno 2019 hanno chiuso i battenti sono 3.313, il 66% delle quali operavano nel settore del commercio al dettaglio di carni e prodotti a base di carne. Mediamente, le chiusure ammontano al 2% degli esercizi esistenti. Un trend proseguito anche nel corso del 2020, con un’ulteriore diminuzione della presenza di esercizi che operano nel settore del commercio al dettaglio di carni (- 0,7% solo nell’anno appena trascorso) e di pane (- 3,2%).

Si stima che, di questo passo, nel 2025 la riduzione degli esercizi commerciali di piccole dimensioni operanti nel settore alimentare oscillerà tra il – 6,9% e il – 8,4%. Tradotto in consistenze, le chiusure potrebbero attestarsi tra 9.544 e 11.462.

Arginare il rischio desertificazione è fondamentale: durante il lockdown i cittadini e le autorità hanno potuto riscoprire l’importanza di una rete capillare di esercizi vicino casa. La vicinanza, la possibilità di accedere facilmente a rifornimenti di prodotti alimentari freschi e di qualità hanno ridisegnato il profilo economico e sociale dei punti vendita cosiddetti tradizionali. Sono stati una rete d’emergenza eccezionale a disposizione delle comunità.

A fronte di una crescita esponenziale del commercio online, dove spesso nel settore alimentare non si ha un’ampia possibilità di scelta e informazione sui prodotti che si acquistano, diventa sempre più importante riscoprire la qualità e la freschezza degli alimenti, soprattutto dei prodotti del territorio, che si trovano negli esercizi vicino casa. Questo nell’ottica della transizione si traduce inoltre in minori spostamenti in auto e dunque minore inquinamento, meno spreco, più valore al territorio e alla filiera corta.

Su questi temi Federconsumatori e Fiesa Confesercenti intendono confrontarsi con le istituzioni per capire quale futuro distributivo attende l’alimentazione italiana.

Piera Toppi

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