Crisi, crollo dei consumi: ora si taglia anche su pasta e pane

La crisi investe anche i consumi alimentari. Se quello dei generi di prima necessità è sempre stato un settore che ha retto bene ai periodi economici più bui, ora indagini recenti dell’Istat rivelano che gli italiano risparmiano anche a tavola, ‘sacrificando’ sia la quantità che la qualità dei cibi che acquistano.  Dal rapporto annuale dell’ente di statistica si evince che nel 2012 la spesa media mensile per famiglia è stata pari, in valori correnti, a 2.419 euro, in ribasso del 2,8% rispetto all’anno precedente. Si tratta della contrazione più forte dal 1997, ovvero 15 anni fa.

Tenuto conto dell’errore campionario (0,6%) e della dinamica inflazionistica (+3%), la spesa è diminuita anche in termini reali. La spesa media mensile per famiglia nel 2012 è invece pari a 2.078 euro, invariata rispetto all’anno precedente. Come spiegal’Istat, questo valore è identico a quello del 2011 “a causa della più marcata diminuzione della spesa tra famiglie con livelli di spesa elevati”. Si tratta del livello di spesa “mediana”, quello cioè che divide esattamente in due il campione delle famiglie residenti.

Per quanto riguarda la spesa alimentare, questa risulta sostanzialmente stabile (passa da 477 a 468 euro), anche grazie alle strategie di contenimento della spesa messe in atto dalle famiglie per fronteggiare l’aumento dei prezzi. Nel 2012 la percentuale delle famiglie che ha ridotto la qualità e/o la quantità del cibo acquistato è infatti schizzata dal 53,6% al 62,3%, percentuale che nel Mezzogiorno supera i 70 punti.

In aumento anche coloro che si rivolgono all’hard discount (dal 10,5% al 12,3%), a scapito prevalentemente di supermercati, ipermercati e negozi tradizionali. Nel Mezzogiorno la percentuale di famiglie che acquista almeno un genere alimentare presso gli hard discount raggiunge il 14,6% (era il 13,1% nel 2011), ma è nel Nord che si osserva l’incremento più consistente (dall’8,5% al 10,9%).

La spesa non alimentare, invece, diminuisce del 3% e scende nuovamente sotto i 2.000 euro mensili:calano le spese per abbigliamento e calzature (-10,3%), per arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa (-8,7%) e quelle per tempo libero e cultura (-5,4%), a fronte però di un aumento del 3,9% delle spese per combustibili ed energia.

Il Trentino-Alto Adige, in particolare la provincia di Bolzano, è la regione con la spesa media mensile più elevata (2.919 euro), seguono Lombardia (2.866 euro) e Veneto (2.835 euro). Fanalino di coda, anche nel 2012, la Sicilia, con una spesa media mensile di 1.628 euro, di circa 1.300 euro inferiore a quella del Trentino-AltoAdige.

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