Covid, le Regioni chiedono al Governo l’abolizione del sistema a colori

Si è svolto l’atteso confronto tra i rappresentanti del governo e i governatori delle Regioni sui provvedimenti di contenimento della pandemia. Molti i temi sul tavolo della riunione: dalla durata della quarantena per i vaccinati all’eventuale nuovo conteggio dei casi Covid,  fino al tanto discusso sistema dei colori.

Modificare significativamente il sistema delle fasce di colori per le regioni valutando i casi Covid soltanto tra i pazienti ricoverati che hanno sviluppato la malattia e, dunque, senza includere gli asintomatici ricoverati per altre patologie. Questa – a quanto si apprende – una delle ipotesi emerse al tavolo.

Al confronto hanno partecipato tecnici del ministero della Salute – tra questi il direttore Generale della Prevenzione, Giovanni Rezza, e il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, Franco Locatelli – e quelli delle Regioni, riuniti per un primo incontro.

Altri temi salienti della discussione: frenata sulla riduzione a 5 giorni delle quarantene per i positivi sintomatici perché mancano, ad oggi, sufficienti evidenze scientifiche, e rimodulazione del contact tracing con l’obiettivo di focalizzarlo sui sintomatici visti gli alti numeri dei contagi.

Il tavolo fra ministero della Salute e Regioni si aggiornerà alla prossima settimana per arrivare a decisioni finali operative. Disponibilità, inoltre, ad un aggiornamento per il conteggio dei positivi ricoverati, non includendo chi è entrato in ospedale per altre patologie.

Confronto tra governo e Regioni, le parole del governatore del Molise

Al termine dell’incontro, il primo a rilasciare un’intervista è stato Donato Toma, esponente di Forza Italia e presidente del Molise. Raggiunto dalla trasmissione radiofonica ‘Un giorno da pecora’ su Radio 1, il governatore di centrodestra (che farà parte dei grandi elettori che eleggeranno il prossimo Presidente della Repubblica) si è espresso così sul vertice di questa mattina.

“Con gli altri presidenti e i rappresentanti dell’esecutivo – ha spiegato Toma – abbiamo parlato di abolire il sistema di colorazione delle regioni: prima di collegarci (il vertice era in videoconferenza) ne ho parlato al telefono con il collega Massimiliano Fedriga – presidente del Friuli-Venezia Giulia – e concordiamo sul fatto che non sia più il caso di utilizzare i colori, diventati inutili. Su questo punto ci siamo trovati pressoché tutti d’accordo”.

Anche dal governo filtrano perplessità sul mantenimento dei colori

Dello stesso parere anche il sottosegretario alla salute Andrea Costa  (Noi con l’Italia). In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha spiegato che “ad oggi in Italia c’è una platea del 90 per cento di persone vaccinate e molte di loro sono già in possesso del Super green pass. Di fronte a questi dati il sistema dei colori generalizzati non ha più senso.

L’unico criterio che deve rimanere è quello che determina il passaggio in zona rossa“.

Sulla stessa falsariga anche Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, che già nel pomeriggio di ieri era intervenuto sulla questione a margine della presentazione di un accordo con l’Unione italiana ciechi: “Il sistema dei colori non sembra avere più molto senso nel momento in cui la politica è quella delle vaccinazioni: quando un cittadino è immunizzato regolarmente deve poter circolare”.

Infine il governatore ha portato l’esempio della sua regione: “Chi si è accorto che siamo in giallo?” ha domandato alle persone presenti, aggiungendo che il sistema dei colori “aveva un senso quando c’erano delle misure relative alla mobilità, ma ad oggi questa modalità è divenuta assolutamente obsoleta”.

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