Covid: Guerra (Oms), ok a prototipo del vaccino entro l’anno

“Non credo” sarà necessario attendere il 2022 per avere un vaccino disponibile per tutta la popolazione italiana perché “un prototipo sarà convalidato entro la fine di quest’anno” e per la produzione si guarda “a grandi bacini produttivi, non solo localizzati in Europa”, come l’India a cui “sono già state avanzate una serie di proposte industriali”. Lo ha detto, intervenendo alla trasmissione Agorà, su Rai Tre, Ranieri Guerra, vice direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts).

Il presidente del centro di ricerca Irbm di Pomezia Piero Di Lorenzo, che collabora con l’Università di Oxford per la realizzazione di un vaccino anti Covid 19 per Astra Zeneca, conferma la disponibilità delle prime dosi entro dicembre, già annunciata nei giorni scorsi dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. Secondo Di Lorenzo “se non insorgono problematiche improvvise – ha detto nel corso di un’intervista concessa al sito Financial Lounge – è ragionevole pensare che la fase clinica di sperimentazione possa concludersi entro fine novembre o i primi di dicembre”. “Conclusa la fase 3 – ha proseguito – la palla passa all’Ema (l’Agenzia europea del farmaco, ndr) per l’eventuale validazione”, che in tempi normali richiede fino a 12 mesi. “Ma questi non sono tempi normali” spiega Di Lorenzo, che ricorda come la procedura di validazione sia già incominciata.

“Mandare messaggi dicendo che avremo il vaccino fra uno o due mesi sicuramente intercetta le aspettative di tutti quanti, ma lo vedo piuttosto irrealistico”. Lo ha detto Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova a Buongiorno, su Sky TG24. “Forse – ha spiegato – fra due mesi qualcuno dirà che abbiamo un vaccino, ma tra dirlo e fare uno studio pilota e poi distribuirlo passano tanti mesi”.

In Cina continua la sperimentazione sul vaccino anti-Covid, così come in continuo aumento sono le persone che si stanno offrendo volontarie per riceverlo. Alcuni vaccini sono già alla fase finale dei test clinici, ma nessuno di questi è stato ancora approvato, anche se alcune amministrazioni locali stanno seguendo una procedura di emergenza che sta permettendo loro di procedere con la somministrazione agli esseri umani.

La città di Jiaxing, a sud di Shanghai, sta dando ai propri cittadini la possibilità di accedere alla sperimentazione sul vaccino anti-Covid, somministrando le prime dosi ai soggetti “responsabili delle operazioni di base della città”  e a quelli considerati “ad alto rischio”, ovvero chi per malattia o per motivi di lavoro e/o personali ha più probabilità di contrarre il virus.

Le dosi somministrate sono quelle di un vaccino in fase di sviluppo, al quale sta lavorando la Sinovac Biotech, azienda biofarmaceutica attiva nel settore della ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di vaccini  contro malattie infettive con sede in Cina, a Pechino.

Sempre nel continente asiatico, un’altra azienda cinese, la China National Biotech Group (CNBG), sta offrendo gratuitamente il suo vaccino agli studenti residenti all’estero. C’è la voglia dei giovani di tornare a viaggiare e muoversi, ma vogliono farlo in sicurezza. Da qui la decisione di molti di sottoporsi alla sperimentazione, spesso – bisogna dirlo – non valutando opportunatamente i rischi.

Più di 168 mila studenti si sono candidati tramite un sondaggio online, di questi ne sono stati selezionati 91 mila, anche se non sono stati resi noti i criteri di scelta, attirando così non poche polemiche degli esperti sulla questione etica e sulla sicurezza stessa della somministrazione. Nel frattempo il vaccino della CNBG è già stato somministrato agli operatori sanitari e ai dipendenti di aziende cinesi inviati all’estero, oltre ai soggetti appartenenti alle cosiddette categorie ad alto rischio, per un totale di 350 mila persone.

Attualmente, comunque, sono cinque le aziende farmaceutiche cinesi che sono arrivati alle fasi finali dei test con i loro vaccini, ma nessuno di questi è stato ancora approvato per la distribuzione pubblica. I funzionari sanitari cinesi, però, hanno promesso un vaccino entro la fine di quest’anno.

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