epa08612064 A general view of an analytical chemist at AstraZenecaÂ?s headquarters in Sydney, Australia, 19 August 2020. Australian Prime Minister Scott Morrison announced Australians will be among the first in the world to receive a COVID-19 vaccine, if it proves successful, through an agreement between the government and UK-based drug company AstraZeneca. EPA/DAN HIMBRECHTS AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT

Covid, chi fa il vaccino contro l’influenza ha meno probabilità di ammalarsi: lo studio

Nell’ultimo mese i casi di Coronavirus sono aumentati in tutto il mondo e, nel frattempo, con l’arrivo dell’inverno e l’abbassamento delle temperature la stagione influenzale rischia di confondere un po’ le idee (su come distinguere i sintomi influenzali da quelli del Covid, Per questo motivo le autorità sanitarie europee (ma non solo) stanno spingendo la popolazione a vaccinarsi contro l’influenza, soprattutto da quando è stato dimostrato che chi fa il vaccino contro l’influenza ha meno probabilità di contrarre il virus Sars-Cov 2.

Un nuovo studio, segnalato per la prima volta da Scientific American, ha rilevato che gli operatori sanitari che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale nella stagione 2019-2020 hanno registrano il 39% in meno di probabilità di risultare positivi al Coronavirus nei mesi di marzo/giugno 2020 (ovvero quando è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria  in tutto il mondo).

“La vaccinazione antinfluenzale può contribuire non solo alla riduzione del rischio di contrarre l’influenza ma riduce anche la carica virale correlata al Covid”, hanno scritto gli autori della ricerca. Con questo nuovo studio sono stati esaminati i dati di circa 10.600 dipendenti del Radboud University Medical Center nei Paesi Bassi. Del gruppo osservato, 184 operatori sanitari erano risultati positivi al Coronavirus entro giugno, così i ricercatori hanno deciso di concentrarsi su di loro, verificando chi tra questi aveva ricevuto un vaccino antinfluenzale  durante l’inverno. Gli autori dello studio hanno scoperto che il 2,23% degli operatori sanitari che non avevano ricevuto il vaccino antinfluenzale è risultato positivo al Covid (contro solo l’1,33% dei dipendenti vaccinati).

Altri due studi recenti in Italia hanno riscontrato una tendenza simile: i tassi di Coronavirus si sono rivelati inferiori tra gli italiani di età superiore ai 65 anni che avevano ricevuto un vaccino antinfluenzale. Risultati questi che si allineano anche con una ricerca precedente, che suggeriva come anche i vaccini mirati a un virus specifico, es. il morbillo o la poliomielite, possano effettivamente aiutare e preparare il corpo a combattere anche altri invasori.

Quando una persona si ammala, il sistema immunitario produce proteine anticorpali che riconoscono e neutralizzano quel virus specifico. È anche vero, però, che il corpo possiede una risposta immunitaria innata, ovvero una difesa più rapida e generale dei globuli bianchi che si attivano contro qualsiasi agente patogeno. I vaccini, come è dimostrato, possono aiutare a rafforzare la capacità di questa risposta immunitaria innata attraverso un processo chiamato “immunità addestrata“. L’immunità addestrata è quando le cellule immunitarie innate del corpo vengono riprogrammate per reagire più velocemente e in modo più efficiente alle future invasioni.

L’ultimo studio volto a dimostrare la correlazione tra vaccino antinfluenzale e Covid, però, ha esaminato nello specifico cosa accade quando le cellule del sangue umano vengono esposte al vaccino antinfluenzale e poi infettate dal Coronavirus. E, stando a quanto emerso, le cellule esposte al vaccino hanno sviluppato in questi casi una risposta immunitaria al Sars-Cov 2 meglio addestrata rispetto ad altre cellule non esposte. Ciò è dovuto principalmente alla produzione di proteine immunitarie chiamate citochine che combattono le infezioni.

I ricercatori hanno anche provato a esporre le cellule sia a vaccino antinfluenzale  che al vaccino BCG, che colpisce la tubercolosi, e hanno dimostrato che l’esposizione a entrambi i vaccini ha creato un effetto sinergico, aumentando ulteriormente la produzione di citochine delle cellule.

Si tratta di dati certamente importanti, soprattutto perché in grado di dimostrare, ad oggi, che c’è una evidente correlazione – dicono gli esperti – tra vaccino influenzale e Covid.

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