Cos’è e come funziona l’auto-sorveglianza per contatti stretti positivo: cosa fare secondo il nuovo decreto

Con il nuovo decreto entrato in vigore lo scorso 30 dicembre diverse sono state le regole cambiate dal governo, su tutte quelle legate alla quarantena. Infatti, dopo la firma del presidente Draghi e il via libera del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sono cambiate le tempistiche di isolamento in base alla posizione vaccinale del contagiato, ma soprattutto è stato introdotto un nuovo termine: l‘auto-sorveglianza.

Nel decreto legge 30 dicembre 2021 numero 229 sono state introdotte nuove regole sulla quarantena per i contatti stretti di persone che sono risultate positive al Covid-19. Se la prima grande novità è la distinzione tra persone vaccinate o guarite e chi invece non è vaccinato, un’altra riguarda per l’appunto l’auto-sorveglianza. Ma cos’è?

Nel decreto compare questo nuovo termine che indica i passi da fare a chi è vaccinato o guarito e ha avuto contatti con un positivo. In poche parole chi entra in regime di auto-sorveglianza può vivere una vita “normale”, uscendo di casa in tutta tranquillità ma con alcune precauzioni da mantenere.

Cos’è e come funziona l’auto-sorveglianza per contatti stretti positivo: cosa bisogna secondo il nuovo decreto

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Secondo la circolare del ministero della Salute per i cinque giorni successivi al contatto stretto con un positivo la persona vaccinata o guarita da meno di 120 giorni può uscire senza dover osservare la quarantena, ma deve fare una sincera “auto-diagnosi” su eventuali sintomi riconducibili al Covid.

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Solo chi dovesse avere eventuali sintomi è chiamato ad effettuare il tampone di controllo, se no non vige nessun tipo di obbligo. L’unica ulteriore misura riferita a chi entra in regime di auto-sorveglianza è quella di indossare sempre la mascherina FFP2 fino al decimo giorno dopo aver avuto un contatto stretto con un positivo.

Ma quali contatti possono essere definiti stretti? Ci sono varie definizioni che, nel corso degli ultimi anni, sono state arricchite dal Ministero.

Viene definito contatto stretto una persona che vive nella stessa casa, ha avuto un contatto fisico (come una stretta di mano) o ancora chi si è ritrovato in un ambiente chiuso senza dispositivi di protezione individuale con qualcuno risultato successivamente positivo. Rientra nei contatti stretti anche chi ha fatto un viaggio in aereo, treno o qualsiasi altro mezzo  di trasporto a due posti di distanza da chi è poi risultato positivo al Covid.

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