Cortile della Lombardia su Berlusconi: ‘Io a parlare con Zelensky non ci sarei andato, non doveva attaccare le due repubbliche autonome del Donbass…’

Dopo i famigerati ‘audio’ usciti dalle riunioni di Forza Italia  nei giorni in cui si stava formando il governo, Silvio Berlusconi torna a creare imbarazzo a Giorgia Meloni con precisione chirurgica, nel giorno in cui Fratelli d’Italia potrebbe completare l’egemonia sulla Destra anche in Lombardia, cortile di casa di Berlusconi e di Salvini. Il tema è sempre quello, l’Ucraina. Con l’attacco a Zelensky, e al prossimo viagio a Kiev per incontrarlo, il leader di Forza Italia ha voluto rimarcare una certa ambiguità del suo partito (e della Lega) sul tema della guerra proprio per mandare un messaggio al presidente del Consiglio. La quale battibecca con l’Europa, ma tiene salda la linea atlantista e filoamericana del suo esecutivo.

Berlusconi non ha scelto a caso il giorno per esprimere le proprie critiche a Zelensky. Lo ha fatto durante il voto per le Regionali in Lazio e in Lombardia, che potrebbero far scattare una fase 2 dagli esiti molto incerti all’interno del governo. Perché la Lombardia, il Pirellone e la Sanità lombarda sono sempre state terra di conquista per Lega e Forza Italia, e anche se il candidato presidente resta il leghista Fontana, è evidente che i rapporti di forza in Consiglio Regionale e soprattutto in giunta sono destinati a cambiare, con Fratelli d’Italia pronto a prendersi tutto sulla scia del voto politico. Una prospettiva che rischierebbe di marginalizzare i partner deboli più del dovuto, con possibili ripercussioni anche sul governo nazionale. Ecco perché ‘l’avviso’ di Berlusconi via Zelensky.

Meno di un’ora dopo l’esternazione esce da Palazzo Chigi una breve nota, in cui il nome di Berlusconi non compare e che in estrema sintesi rivela la distanza abissale tra la posizione del capo di Forza Italia e quella del capo dell’esecutivo. Nel ribadire che il sostegno del governo a Kiev è “saldo e convinto” Meloni richiama il programma elettorale e ricordando che la maggioranza si è espressa a favore dell’Ucraina in “tutti i voti parlamentari”.E dunque, se Berlusconi vuole restare dentro il perimetro della coalizione deve muoversi nel solco atlantista di Washington, Bruxelles e Roma e deve smetterla di strizzare l’occhio a Putin.

L’allarme investe anche i ministri azzurri, i quali non si aspettavano un nuovo attacco così diretto del loro leader al capo della resistenza ucraina e alla presidente del Consiglio. La presidente Meloni è furiosa, quasi ‘costringe’ Tajani ad ottenere da Arcore una nota in cui si ribadisce fermamente il sostegno all’Ucraina. Ma cosa accadrà a urne aperte, quando con tutta probabilità Berlusconi e Salvini saranno travolti dalla Meloni nel cortile di casa? Le avvisaglie ci sono, anche se parlano di Zelensky.

“Berlusconi è un agitatore vip che agisce nel quadro della propaganda russa, baratta la reputazione dell’Italia con la sua amicizia con Putin. Le sue parole sono un danno per l’Italia”. Lo dice Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, commentando a Repubblica le dichiarazioni di ieri del leader di Forza Italia. “Getti la maschera e  dica pubblicamente di essere a favore del genocidio del popolo ucraino”, aggiunge Podolyak citato ancora da Repubblica.

Non si dimentichi che se da un lato Giorgia Meloni non arretra di un passo ed è determinatissima ad andare in visita a Kiev entro il 24 febbraio, dall’altro in caso Sanremo ha già fatto capire che aria tira dentro la maggioranza di governo. La kermesse sanremese – da sempre uno dei programmi più visti in Russia – sarebbe stato un palcoscenico di non poco conto per Zelensky, che aveva infatti accettato di buon grado vedendone l’opportunità. Le quotidiane sparate di Salvini, la troppa fretta di Bruno Vespa e l’attivismo degli uomini di partito in Rai hanno finito per creare ostacoli insormontabili, e così la presenza di Zelensky è divenuta la lettura di una lettera alle 2 di domenica mattina. Costringendo la Meloni a dirsi ‘rammaricata’ per poi vedere Zelensky accolto a Parigi e Bruxelles dall’Europa che conta.

“Berlusconi ricomincia con i suoi vaneggiamenti putiniani, in totale contrasto con Ue, il governo di cui fa parte e il ministro degli Esteri che è anche espressione del suo partito. Pessimo”. Così twitta il leader di Azione, Carlo Calenda riferendosi alle ultime dichiarazioni del presidente di Forza Italia.

“Le incredibili dichiarazioni di Berlusconi sul presidente ucraino Zelensky – trasformato in un ‘aggressore’ – richiederebbero una presa di distanza immediata del governo italiano. Berlusconi è infatti il leader di un partito che sostiene l’esecutivo ed esprime un vicepremier che è anche ministro degli Esteri. Mi chiedo anche fino a quando proseguirà il silenzio del Partito popolare europeo su quella che oramai non si può più definire una ambiguità di Forza Italia, ma – dopo le parole di oggi – un chiaro sostegno a Putin e alla invasione di un Paese sovrano”. Così in una nota Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione.

Attenzione però, perché in questa vicenda la Meloni è disposta a fare il ruolo della vittima ma fino a un certo punto. Perché la madre di tutte le battaglie per la destra saranno le Europee dell’anno prossimo, dove si vota col proporzionale secco. E a quel punto la Meloni potrebbe agitare agli alleati lo spauracchio della rottura della maggioranza per tornare alle urne da una posizione di forza ancora maggiore rispetto ai riottosi alleati. I prossimi giorni, quelle che seguono all’esito delle Regionali, diranno già qualcosa in questo senso.

Stanno facendo il giro del mondo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sul presidente Volodymyr Zelensky e la guerra in Ucraina. Silvio Berlusconi ha dichiarato: “Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili”.

Il leader di Forza Italia ha detto: “Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto. Quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”.

Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha affidato a ‘La Repubblica’ la sua risposta alle parole pronunciate da Silvio Berlusconi. Podolyak ha replicato così: “Non è di particolare valore commentare ciò che ha detto Berlusconi. Chiaramente non comprende il contesto della guerra che la Russia ha mosso in Europa e non ha alcuna influenza sull’agenda politica globale. Le sue parole ripetono il messaggio chiave della propaganda del Cremlino, che è: ‘non interferite con noi russi mentre uccidiamo gli ucraini’”.

Secondo il consigliere di Zelensky, la “visione misantropica” di Berlusconi “causa danni alla impeccabile reputazione dell’Italia“, dal momento che lui “baratta la reputazione del vostro Paese con la sua amicizia col dittatore Putin. Berlusconi deve ancora capire che ‘le repubbliche del Donbass’ non sono mai esistite. E che nella primavera del 2014, nella prima fase dell’invasione russa, gli occupanti hanno creato una enclave criminale sul territorio ucraino del Donbass. Assolutamente illegale. Nessuno ha aggredito la Federazione Russa. Nel febbraio 2022 loro hanno lanciato una invasione sul larga scala con l’intenzione di occupare l’intero territorio di un altro Paese e uccidere quanti più cittadini ucraini gli è possibile. Berlusconi deve smetterla di mascherare il suo vero desiderio e dichiarare pubblicamente di essere a favore del genocidio degli ucraini. E di considerare possibile, nel 21esimo secolo, guerre di occupazione in Europa”.

Oleg Nikolenko, portavoce del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, ha commentato così le parole di Silvio Berlusconi: “Nel 2010 ho lavorato presso l’ambasciata ucraina in Libia. Ricordo bene quando Berlusconi volò per incontrare Gheddafi. Durante una cerimonia ufficiale, alla presenza delle telecamere, Berlusconi baciò le mani del dittatore libico per dimostrare la sua lealtà. Le ridicole accuse odierne contro Zelensky sono il tentativo di baciare le mani insanguinate di Putin e dimostrare la sua lealtà al dittatore russo. Il popolo italiano deve rendersi conto che diffondendo la propaganda russa Berlusconi sta incoraggiando Putin ha continuare i suoi crimini contro l’Ucraina. Ha responsabilità politica e morale“.

La chiosa finale è rivolta alla premier Giorgia Meloni: “Apprezziamo la pronta risposta di Giorgia Meloni, che ha riaffermato l’incrollabile sostegno del governo all’Ucraina”.

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