Corruzione nel settore dell’istruzione, 10 arresti in Calabria

Dieci persone sono state arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia nell’ambito di un’operazione su falsi e corruzione nella pubblica istruzione, scattata alle prime luci dell’alba nelle province di Vibo Valentia, Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Napoli. Otto le persone portate in carcere, due agli arresti domiciliari operanti nel settore dell’istruzione, circuito A.F.A.M. e istituti paritari, ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, falso in atti destinati all’autorita’ giudiziaria, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e autoriciclaggio. Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari sono state anche poste sotto sequestro con decreto d’urgenza 19 societa’, operanti nel settore dell’istruzione, per un valore stimato in circa 7 milioni di euro. Ulteriori dettagli saranno forniti alle ore 10 nel corso di una conferenza stampa che si terra’ al comando provinciale di Vibo Valentia alla presenza del Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Camillo Falvo.

Gli indagati sono in tutto 23. Al centro delle indagini c’e’ l’Accademia Fidia di Stefanaconi, paese confinante con Vibo Valentia, gestita dalla famiglia Licata. In carcere sono finiti: Michele Licata, 77 anni, ed i figli Davide Licata, 52 anni, Igor Vincenzo Licata, 48 anni, Dimitri Licata, 42 anni, Michela Licata, 22 anni, tutti di Stefanaconi. In carcere anche Carmine Caratozzolo, 49 anni, di San Ferdinando (Rc); Maurizio Piscitelli, 56 anni, di Casalnuovo di Napoli; Christian Piscitelli, 24 anni, di Napoli. Agli arresti domiciliari si trovano Rossella Marzano, 46 anni, di Vibo Valentia (moglie di Davide Licata); Domenico Califano, 39 anni, di Reggio Calabria. Davide Licata e Rossella Marzano, nel luglio scorso, erano stati arrestati (lui in carcere, lei ai domiciliari) per la detenzione illegale dentro casa di un arsenale (fucili, un mitragliatore e numerose munizioni). Il reato di associazione per delinquere viene contestato a: Michele Licata, Davide Licata, Dimitri Licata, Jgor Licata, Michela Licata, Carmine Caratozzolo, Maurizio Piscitelli, Christian Piscitelli con il ruolo di promotori e organizzatori dell’associazione.

L’indagine, denominata “Diacono”, condotta sotto la guida del Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia e del Sostituto Ciro Lotoro, e’ stata avviata a seguito del ritrovamento dell’arsenale di armi (da guerra e clandestine) e di una ingente somma di denaro in casa di Davide Pietro Licata, contigua all’Istituto “Accademia Fidia”, gestito dalla famiglia. Gli approfondimenti avrebbero consentito di ricostruire una rete di istituti formativi (paritari e artistici/musicali) che ha illecitamente prodotto, in cambio di denaro o altre utilita’, titoli di studio e attestati, oltre che operato assunzioni fittizie, al fine di favorire la partecipazione dei beneficiari a concorsi pubblici per l’assunzione di personale docente e A.T.A. (Assistente Tecnico Amministrativo). Condotte che sarebbero state agevolate e rese possibili grazie alla corruzione di un alto funzionario del ministero dell’istruzione, il quale e’ incaricato, fra l’altro delle attivita’ ispettive e di controllo degli istituti provati accreditati al Miur.Lo sforzo investigativo avrebbe consentito di fare luce anche su un’ulteriore episodio di corruttela, finalizzato a conseguire l’attribuzione di importante incarico istituzionale nell’ambito del ministero dell’Istruzione, a beneficio di una Dirigente dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria.

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