Da una parte un assessore che si unisce alle fila degli indagati, dall’altra la portavoce del Presidente dell’Ars che si dimette. E’ un pomeriggio rovente quello in Parlamento. L’ultima notizia è arrivata all’improvviso ma non certo inaspettata. C’è anche l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata fra gli indagati della complessa e articolata inchiesta per corruzione della Procura di Palermo. La difesa dell’assessore, che ha ricevuto un avviso di proroga delle indagini addirittura prima del Presidente Galvagno, lo considera un atto dovuto, nulla di più.
L’inchiesta per corruzione all’Assemblea regionale siciliana che ha coinvolto il presidente del Parlamento è molto più ampia di quanto non sia apparsa dall’inizio.
La Amata, che ha sostituito Scarpinato all’Assessorato al Turismo dopo lo scandalo della mostra milionaria a Cannes, sarebbe stata coinvolta indirettamente dal suo braccio destro. Sarebbe il suo capo di gabinetto vicario quello intercettato e la vicenda è sempre quella del finanziamento da 100mila euro all’evento Magico Natale della Fondazione Dragotto alla fine del 2023
E tutto questo non è neanche il filone principale della lunga indagine condotta dalla Procura di Palermo. Un’inchiesta che rischia di arrivare fino a Roma ma per fatti tutti siciliani. L’inchiesta madre è e resta quella sulla mostra milionaria a Cannes. Un affidamento ad una società del Lussemburgo stoppato dal Presidente della Regione dopo che lo scandalo era scoppiato ma troppo tardi per evitare l’apertura del vaso di pandora dal punto di vista giudiziario. Il fulcro di tutto non è neanche Galvagno ma la sua Portavoce, Sabrina De Capitani. Per la procura è lei la lobbista di riferimento di tutti gli affari degli uomini e delle donne di Fratelli d’Italia nel mondo dello spettacolo, degli eventi, della cultura. E proprio per questo, al culmine di una fuga di notizie che dura da una decina di giorni, che Sabrina De Capitani avrebbe deciso di dimettersi dall’incarico di Portavoce nella speranza di non trascinare il suo presidente nel fango.
Gli indagati sarebbero decine ma le intercettazioni che continuano ad emergere sono ancora tutte da vagliare. Lo spaccato è quello di una lobbista che incontra a cena tutti gli imprenditori più importanti in Sicilia, che consiglia a Galvagno gli incarichi da assegnare per poi ritrovarsi gli uomini giusti al posto giusto quando serviranno. Sullo sfondo la preparazione della candidatura di Galvagno per sostituire Schifani nel 2027, sempre negata ma mai con convinzione.
Fra le decina di indagati ci sarebbero nomi noti e fra “uomo 6” e “uomo 96” (solo per definirli così come chiamati negli omissis delle intercettazioni) c’è chi ritiene di riconoscere assessori, ex assessori, rappresentanti di partito me alte cariche dello Stato.
E adesso il tema diventa etico e politico con la prima richiesta ufficiale di dimissioni risolta al Presidente Galvagno dal deputato regionale Ismaele La Vardera che dice di aver letto le carte che vanno oltre quel che c’è sui giornali. Ma subito si accoda una seconda richiesta di fare un passo indietro da parte di una 5 stelle.
“L’inchiesta giudiziaria che coinvolge la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana sta assumendo, giorno dopo giorno, contorni sempre più delicati, che suscitano legittime domande e richiedono una riflessione seria sul ruolo e sulla funzione di rappresentanza della massima istituzione parlamentare della nostra Regione. In un momento così cruciale, con alle porte le prossime manovre finanziarie, l’Assemblea deve potersi esprimere con piena autorevolezza, al riparo da ogni ombra o elemento di opacità che possa indebolirne la credibilità agli occhi dei cittadini. Occorre trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche, da orientare esclusivamente per rispondere con efficacia ai bisogni reali dei territori siciliani. Il parlamento siciliano è un’istituzione che rappresenta l’intera comunità regionale e proprio per questo va protetto, preservato e posto nelle condizioni migliori. Riteniamo che ogni valutazione ed eventuale passo indietro, utili a salvaguardare il prestigio e la piena operatività dell’Assemblea, debbano essere presi in considerazione con spirito istituzionale e senso di responsabilità, in attesa che la magistratura faccia il suo corso” afferma Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Assemblea regionale siciliana.
Lui, Galvagno, che da domani doveva essere a Bruxelles e poi, entro l’8 luglio, riferire al Parlamento, ha deciso di anticipare i tempi. Rinuncerà alla missione istituzione al Parlamento Europeo ed ha anticipato di un’ora la seduta d’aula di domani. Il Presidente dell’Ars, alle 14,00, tenterà di spegnere l’incendio politico mediatico innescato da questa inchiesta e dalle notizie che filtrano col contagocce ma che disegnano un quadro sempre più vasto di intercettazioni. Riferirà, dunque, al Parlamento sull’inchiesta ma non sembra intenzionato a consentire, subito dopo, un dibattito pubblico. In quella sede formalizzerà anche l’addio della De Capitani, sperando che basti!
Verso una seduta all’Ars il prossimo 8 luglio per parlare a fondo dello “scandalo corruzione” ovvero dell’inchiesta della Procura di Palermo che tira in ballo il Presidente del Parlamento. Dopo i contributi per gli eventi, gli incarichi ai suoi collaboratori, l’auto a nolo offerta gratuitamente, i biglietti omaggio e l improbabili utilità, spunta anche l’uso improprio dell’auto blu ma soprattutto spuntano le intercettazioni durante i presunti incontri riservati fra gli imprenditori e gli uomini, anzi forse sarebbe il caso di dire le donne, di Galvagno. Le indiscrezioni crescenti sull’indagine per corruzione che vede fra gli indagati il Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, numerosi suoi collaboratori (ormai appare chiaro che siano più dei due sempre nominati ma che una in particolare sia il fulcro della vicenda) e due imprenditori siciliani fra Palermo e Catania, sembra una specie di soap opera a puntate, di quelle che non finiscono mai.
Così da giudiziario il tema diventa politico. Da una parte il sindaco Roberto Lagalla che con una lettera al sindacato Libersind di fatto invita Marcella Cannariato (uno dei due imprenditori) a dimettersi dal ruolo ricoperto nel Consiglio d’indirizzo del teatro Massimo di Palermo, dall’altro il deputato regionale Ismaele La Vardera che chiede al Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno di “silurare” la sua portavoce, Sabrina de Capitani.
Ma nel mezzo c’è anche il Presidente della Commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici che invita il Presidente dell’Ars a riferire in aula sull’inchiesta che lo riguarda.
L’invito a riferire all’Ars da parte di Cracolici è articolato ma di fatto non è un attacco personale. A proposito dell’indagine Cracolici invita Galvagno a riferire “anche a tutela della sua figura, per evitare che la narrazione a puntate di fatti che il Parlamento non conosce possa determinare una delegittimazione del sistema democratico siciliano”.
L’attacco vero è quello di La Vardera per il quale “C’è una questione morale che non può passare in secondo piano”. Il deputato e leader di Controcorrente dice “Riteniamo che Galvagno debba rimuovere la sua portavoce oltre a riferire in aula”.
Sono pragmatici dal Movimento 5 stelle e si rendono conto che l’eventuale seduta Ars sull’indagine non potrà svelare molto vista l’inchiesta in corso ma temono un danno di credibilità generale: “Le indiscrezioni giornalistiche, che giorno dopo giorno aggiungono elementi all’indagine che vede coinvolti il presidente dell’Ars e il suo staff, stanno scuotendo l’intero Parlamento regionale, rischiando di comprometterne gravemente l’immagine. Il Parlamento non può assistere inerte a quanto accade. Per quanto poco Galvagno possa dire in questo momento delicato delle indagini, è doveroso che venga in aula a riferire, per rispetto dell’istituzione che rappresenta e per chiarire quantomeno sull’uso dell’auto blu, cosa sulla quale il Movimento 5 Stelle ha avuto sempre una posizione rigidissima per frenarne l’utilizzo disinvolto, già avvenuto nel recente passato. Una cosa è certa, sulla questione morale è doveroso tenere l’asticella sempre alta” dice il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.
Silenzio, invece, della Cannariato che già aveva smentito di aver conferito incarichi alla De Capitani ma che sta riflettendo sull’invito a dimettersi dal teatro Massimo rivoltele con garbo istituzionale dal primo cittadino che è anche presidente della Fondazione del teatro.
Dopo settimane di approccio istituzionale arriva l’affondo sull’inchiesta corruzione che ha coinvolto il Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Una inchiesta che vede al centro, più ancora di Galvagno, la sua portavoce Sabrina De Capitani intercettata e seguita dagli inquirenti mentre incontra imprenditori, organizza cene, distribuisce contributi, almeno stando alle interpretazioni che fanno gli inquirenti di tutti gli incontri intercettati.
La Vardera rompe gli indugi: “Sistema favori spregiudicato”
“Biglietti per i concerti, soldi pubblici utilizzati come se fossero i suoi per agevolare gli amici, presunte consulenze a parenti dopo stanziamenti e una portavoce che accetta regali da 30 mila euro” dice adesso il deputato Ismaele La Vardera leader del Movimento Controcorrente.
“Il quadro è chiaro e siamo davanti a un sistema di favori che non fa altro che mettere Gaetano Galvagno in una posizione di conflitto dal suo ruolo di presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Ho atteso prima di esprimermi per leggere gli atti e capire, senza limitarmi a quello che usciva dalla stampa”.
La Vardera dice di avere letto gli atti
“Intercettazioni e comportamenti che si evincono dai documenti fanno capire che l’attuale presidente dell’Ars ha perso la bussola dell’etica e della morale, cosa inaccettabile per il suo ruolo. Il ruolo di Galvagno, infatti, non è solo espressione di un partito politico, ma bensì un ruolo che di rappresentanza dell’istituzione Parlamento che con questa inchiesta ha leso pesantemente la sua credibilità per questa ragione sono il primo deputato regionale a chiedere ufficialmente al presidente dell’Ars di fare un passo indietro dal suo ruolo”.
“Faccio un appello anche a tutti i partiti, opposizione e maggioranza, di sposare alla mia richiesta: il parlamento è la casa della democrazia, di tutti i deputati e dei gruppi e non del presidente. Non posso che ringraziare il nucleo economico e finanziaria della guardia di finanza e la procura di Palermo per il grande lavoro svolto” conclude il deputato regionale e leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera, dopo aver disegnato un quadro ben più grave di quello che attualmente compare dagli articoli di stampa relativo all’inchiesta che vede coinvolto il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno.
Galvagno riferirà in aula
Sull’inchiesta il Presidente dell’Ars riferirà ai deputati in aula e questo avverrà entro l’8 luglio. la data individuata sembra essere quella del 4 luglio ma bisognerà capire se i tempi lo permettono visto che 1 e 2 luglio sono già programmati impegni distanti dalla Sicilia, a Bruxelles