Coronavirus tra fase 2 e vaccino

 ‘Non ci resta che sperare che il caldo uccida il coronavirus’. Scherza in questo modo il virologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti, che si è dimostrato critico verso la Fase 2 che sarebbe ‘senza citerio scientifico’. L’esperto ha dichiarato: ‘Non vedo il razionale. Basti pensare a un dato. Abbiamo chiuso l’Italia con 1.797 casi al giorno e la riapriamo tutta quanta insieme con 2.200. È una cosa senza metrica’.

L’epidemia, ha aggiunto, segue le sue dinamiche, ha una sua logica. E noi invece mi sembrerebbe di no. Ci si è mossi senza considerare le differenze regionali, senza valutazioni del rischio. È chiaro che il rischio è diverso tra regione e regione, e non è uno dei fattori che viene valutato. In conclusione, nell’equazione che si sta utilizzando non entra la valutazione del rischio.

Il virologo ha spiegato  che avrebbe agito diversamente. ‘Il metodo alternativo era aprire in un primo gruppo di regioni, con situazioni differenti a livello epidemiologico e sociale, e con diverse capacità di risposta, per capire quale dinamica si sarebbe innescata”.

‘In questo modo avremmo potuto testare la capacità di reazione, differenziare e gradualmente aprire tutto il resto’. In Veneto, dove Andrea Crisanti lavora, ci si è preparati per la Fase 2. Il Veneto ha fatto grossi investimenti, ha comprato macchinari e ora è in grado, considerando tutta la rete, di viaggiare al ritmo di 18mila tamponi al giorno.

Continua intanto la corsa contro il tempo nella ricerca di un vaccino efficace per il nuovo coronavirus. Dai ricercatori dell’Università di Oxford è arrivata una buona notizia: il loro vaccino sarà pronto a settembre, in milioni di dosi. Prima del via bisognerà però avere risultati chiari sulla sua efficacia entro un mese.

Il ricercatore Vincent Munster ha spiegato che ‘i macachi sono quanto di più vicino agli uomini possa esistere’. Per questo i test di sicurezza del vaccino, su cui sono impegnati esperti provenienti da tutte le parti del mondo, sono effettuati su questo tipo di scimmie.

Se dovesse rivelarsi efficace, il resoconto scientifico della scoperta potrà essere pubblicato e condiviso con tutti i laboratori del pianeta, per permettere la produzione su larga scala del vaccino. Se l’immunità già ottenuta nei test sulle scimmie verrà confermata in quelli sugli esseri umani, si potrà gridare vittoria nella battaglia contro il Sars-Cov-2.

La ricerca dell’università inglese ‘sta procedendo a vele spiegate’, ha fatto sapere il magnate e filantropo americano Bill Gates, che ha deciso di assumersi parte dei costi della produzione del vaccino contro il virus della Covid-19.

‘Se i loro risultati degli anticorpi saranno quelli promessi, allora io e gli altri ci metteremo insieme in un consorzio e faremo in modo che sia prodotto in maniera massiccia. Nessuno di quanti stanno realizzando il vaccino si aspetta di guadagnarci, sarà un bene comune’, aveva precisato Bill Gates.,

Gli scienziati di Oxford hanno optato per una tecnologia già in uso per altri tipi di coronavirus, che favorisce la produzione di anticorpi. L’obiettivo è ottenere una copertura immunitaria a livello globale già all’inizio dell’autunno.

Il vaccino non contiene proprio il Sars-Cov-2, ma una parte del suo genoma, inserito all’interno di un virus differente e non nocivo. In questo modo, ha ipotizzato l’équipe, può essere attivato il sistema immunitario senza il rischio che si diffonda il virus.

Il 23 aprile una seconda volontaria, la ricercatrice italiana Elisa Granato, si è sottoposta al test con il prototipo del vaccino sviluppato dall’Università di Oxford. La nostra connazionale ha fatto sapere di stare bene.

Arianna Manzi

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