Coronavirus: leader G-7 promettono cooperazione per superare pandemia

I leader delle sette maggiori economie industriali del pianeta (G-7) si sono impegnati ieri, 16 marzo, a fare “tutto il necessario” per superare lo shock globale causato dalla pandemia del nuovo coronavirus, e si sono confrontati su una serie di possibilità, dall’impiego di misure di stimolo fiscali ancor più drastiche di quelle già in vigore dal 2008, al sostegno agli sforzi per lo sviluppo di un vaccino. L’annuncio è giunto a margine del primo summit G-7 in videoconferenza in assoluto, giunto in un contesto di crescente timore per il rischio che l’economia degli Stati Uniti e di altri paesi possa essere spinta in recessione per effetto dell’irrigidimento dei controlli alle frontiere e dell’arresto delle attività economiche all’interno degli Stati. “Ci impegnamo a fare tutto il necessario per assicurare una forte risposta globale tramite la stretta cooperazione e un coordinamento rafforzato dei nostri sforzi”, recita un comunicato congiunto diffuso dai leader del G-7. “Anche se le sfide attuali potrebbero richiedere misure di emergenza nazionale, ci impegniamo a garantire la stabilita’ dell’economia globale”. I leader del G-7 avrebbero anche strappato al presidente Usa, Donald Trump, a non cercare di monopolizzare lo sviluppo e l’accesso ai futuri vaccini.

La Federal Reserve (Fed) si e’ mossa a sorpresa domenica 15 marzo in risposta all’emergenza alle ricadute economiche dalla pandemia del nuovo coronavirus, tagliando il tasso di riferimento di un punto percentuale sin quasi a zero, e annunciando un rafforzamento del piano di acquisti obbligazionari di almeno 700 miliardi di dollari. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha dichiarato nel corso di una conferenza conferenza stampa telefonica che i danni causati dalla pandemia alla vita delle persone e alle attività economiche avrà un impatto significativo sulla crescita economica degli Stati Uniti nel secondo trimestre, e che al momento non e’ possibile stabilire quanto a lungo perdureranno le ricadute dell’emergenza.

“Ciò che la politica fiscale, e solo la politica fiscale può davvero dare, e’ di tendere la mano alle industrie coinvolte, ai lavoratori, e abbiamo già visto interventi in questo senso, e’ un impegno importante”, ha dichiarato il capo della Fed. “Sappiamo che il virus farà il suo corso e che l’economia Usa tornerà ai suoi livelli di attività ordinari. Nel frattempo, la Fed continuera’ a utilizzare gli strumenti a sua disposizione per sostenere il flusso del credito”. L’intervento della Fed e’ stato significativo, ed ha risposto alle richieste avanzate dall’amministrazione presidenziale Trump: il tasso chiave e’ stato portato ad un intervallo compreso tra zero e 0,25 per cento, pari al valore minimo raggiunto durante la crisi finanziaria del 2008.

L’amministrazione del presidente Usa, Donald Trump, ha offerto una somma ingente a una società farmaceutica tedesca, CureVac, per persuaderla a spostare negli Stati Uniti le ricerche su un potenziale vaccino contro il nuovo ceppo di coronavirus responsabile della pandemia in atto. L’offerta sarebbe giunta il 2 marzo scorso durante un incontro alla Casa Bianca coordinato dal vicepresidente Usa, Mike Pence, cui ha preso parte anche l’amministratore delegato dell’azienda tedesca, Daniel Menichella. Quel giorno, Menichella aveva diffuso una nota in cui si dichiarava “molto fiducioso di poter sviluppare un potente vaccino entro pochi mesi”. Quattro giorni fa, pero’, CureVac ha annunciato che Menichella – un cittadino statunitense – lascerà la guida dell’azienda, dopo averla guidata per due anni nella veste di amministratore delegato.

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