epa08062847 Italian Foreign Minister Luigi Di Maio holds a press conference with Albanian Prime Minister Edi Rama, in Tirana, Albania, 11 December 2019. EPA/MALTO DIBRA

Coronavirus e Di Maio: ‘Inaccettabili blocchi Italia e bollini’

“I blocchi contro il nostro Paese sono inaccettabili e avere i Paesi che chiedono un bollino sui prodotti in Italia è un fatto inaccettabile. È del tutto assurdo che si chieda il bollino virus free sui prodotti. Non si tratta solo di discriminazione, ma potrebbe anche essere un tentativo di concorrenza sleale”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, durante la presentazione del piano straordinario per la promozione del Made in Italy per fare fronte al nuovo coronavirus.

“In tutto abbiamo oggi qui a disposizione risorse per 716 milioni di euro. Posso assicurarvi che vogliamo spendere al meglio. Tra i modi in cui saranno spesi ci sarà il credito alle imprese ed una campagna straordinaria di comunicazione, oltre a tutte le informazioni per l’internazionalizzazione”. Sono tra i punti del piano straordinario per il made in Italy nell’emergenza del coronavirus

“Lavoriamo per sbloccare i voli con l’Italia” ha aggiunto il ministro degli Esteri che ha proposto dei “protocolli per permettere alle persone che non rientrano nelle zone rosse di poter viaggiare”. “Così come non possiamo accettare che i turisti non possano venire nelle zone dove le nostre scuole sono aperte”, ha aggiunto. “Per i voli la Farnesina è attiva da diversi giorni per chiedere a chi ha bloccato i voli per l’Italia di rimuovere il blocco in toto perché non ha senso. Posso capire le zone rosse messe sotto attenzione” per il coronavirus “ma dire che si chiude da e per l’Italia è inaccettabile”.

“Dal primo aprile servizi gratis per le imprese fino a 100 dipendenti” ha spiegato Di Maio “e fino al 2021 ci sarà uno stop del contributo delle Pmi all’Ice”.

A margine della presentazione del Piano straordinario per la tutela dell’export alla Farnesina ha parlato anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. “Vorrei esprimere la soddisfazione per il comunicato del G7 che abbiamo definito nella videoconferenza di oggi, è positivo e importante che tutto il G7 si dica pronto ad intervenire con misure anche fiscali di bilancio a sostegno dell’economia. È un passo importante di coordinamento e cooperazione a livello internazionale”.

Come noto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il provvedimento che divide l’Italia in tre parti almeno fino al prossimo 8 marzo. Andiamo a vedere nei dettagli le misure introdotte in questa norma.  Il decreto Coronavirus è  destinato a rimanere in vigore almeno fino a domenica 8 marzo anche se non si escludono ulteriori colpi di scena.  Le misure più restrittive, naturalmente, riguardano la zona rossa. In queste aree confermati per un’altra settimana i divieti che il Governo aveva approvato subito dopo la diffusione del coronavirus. Sette giorni chiusi per i comuni che continueranno ad essere isolati. In Lombardia il provvedimento è rivolto alle cittadine di Bertonico, Casalpusterlengo, Castegerundo, Castiglione d’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e Vò, quest’ultimo in Veneto.  Le misure riguarderanno anche la zona gialla e quindi Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e le provincie di Pesaro-Urbino e Savona. In queste aree sospesi al pubblico tutti gli eventi sportivi che si potranno disputare solo a porte chiuse. I luoghi di culto saranno aperti solo ad un certo numero di persone. Scuole chiuse, concorsi pubblici sospesi e i bar e ristoranti potranno servire solo i clienti con i posti a sedere. Chiuse anche palestre e centri sportivi in Lombardia e in provincia di Piacenza dove i centri commerciali non potranno aprire nel weekend come nel territorio di Bergamo, Lodi e Cremona.  Nessuno stop, invece, per quanto riguarda il resto d’Italia che dovranno rispettare solo le norme di igiene stabilito dal ministero della Salute. Per chi a partire dal 14 febbraio è tornato dalla Cina o dalla zona rossa deve fornire comunicazione alla Asl di appartenenza. Agevolate le forme di telelavoro.

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