Sulla Corea del Nord il presidente Trump cambia strategia e toni. La svolta, almeno di facciata, arriva con un’intervista a Bloomberg News, nella quale il presidente Usa si dice pronto a un faccia a faccia con Kim Jong-Un. ‘Non solo lo incontrerei sicuramente ma ne sarei onorato’. Certo ci vogliono le giuste condizioni  i che ancora non ci sono, si affretta a precisare il portavoce Sean Spicer. L’eventualità appare comunque assai remota visto che, da quando ha assunto la guida del Paese alla morte del padre nel 2011, il dittatore di Pyongyang non ha mai incontrato leader stranieri. L’ultimo incontro di un alto rappresentante Usa con un rappresentante del regime nordcoreano risale al 2000, quando l’allora segretaria di Stato Usa Madeleine Albright, sotto la presidenza di Bill Clinton, incontrò a Pyongyang Kim Jong Il, padre di Kim Jong Un, per discutere del programma nucleare.

In ogni caso le parole usate oggi da Trump indicano un ammorbidimento della linea dopo settimane ad alta tensione e le minacce di raid e di un’Armada’ paventate dalla Casa Bianca contro Kim e il suoi test nucleari. Già ieri The Donald sembrava optare per toni più concilianti, definendo Jong-un, in un’intervista alla Cbs,   come ‘uno che ha fatto il suo’, un tipo sveglio.

Poche ore prima un portavoce del ministero degli esteri di Pyongyang alla Kcna, l’agenzia di stampa statale, ripresa dalla sudcoreana Yonha, aveva avvertito che la Corea del Nord è pronta a fare un test nucleare ‘a qualsiasi momento e in qualsiasi luogo deciso dalla leadership suprema’. Ora che gli Usa stanno gonfiando la pressione internazionale per sanzioni contro la Corea del Nord, spingeremo alla massima velocità lo sviluppo della deterrenza nucleare, aveva affermato il portavoce, aggiungendo che siamo pronti al 100% per rispondere a qualsiasi opzione decisa dagli Stati Uniti.
La Corea del Nord è diventata la questione di sicurezza nazionale e di politica estera più urgente per Trump, che ha appena passato la soglia dei 100 giorni dall’insediamento alla Casa Bianca. La Corea del Nord ha continuato a testare missili quest’anno,   l’ultimo lancio sarebbe fallito solo pochi giorni fa,  dopo avere condotto l’anno scorso i suoi quarto e quinto test nucleari. Trump ha allora annunciato l’invio di una portaerei al largo della penisola coreana, la Carl Vinson, (la famosa ‘Armada’) e ultimamente ha provato a coinvolgere la Cina come mediatrice.

 La crisi nordocoreana è una partita a scacchi,  diceva  il presidente Usa alla Cbs. ‘Non dobbiamo annunciare tutte le nostre mosse. Non voglio che la gente sappia qual è il mio pensiero’ . Sempre ammesso che esista una linea chiara, questa non sarà comunicata con altrettanta immediatezza. ‘Tutte le opzioni sono sul tavolo’, ha detto più volte la Casa Bianca, mischiando le carte.

Intanto il direttore della Cia, Mike Pompeo, è giunto in Corea del Sud per una visita non annunciata, ha confermato l’ambasciata Usa a Seul, nell’ambito della crisi con la Corea del Nord. Secondo quanto riferiscono i media sudcoreani, Pompeo è arrivato nel Paese nel corso del fine settimana per incontrare il capo dell’intelligence della Corea del Sud e anche alti funzionari dell’ufficio presidenziale. Un portavoce dell’ambasciata americana, che ha chiesto di mantenere l’anonimato, si è limitato a confermare che Pompeo è giunto oggi a Seul assieme a sua moglie, ma non ha voluto fornire alcun altro particolare.

Cocis