Copasir, Tensione Salvini-Meloni sulla presidenza

Il nodo della presidenza del Copasir continua a infiammare il centrodestra accendendo i toni dello scontro tra Lega e Fratelli d’Italia. I presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Casellati, se ne sono di fatto lavati le mani, facendo presente al presidente del comitato di controllo parlamentari dei servizi, il leghista Raffaele Volpi, la loro impossibilità a intervenire e aprendo così la strada a un accordo politico che sembra, tuttavia, difficile da trovare.

Dopo il cambio della maggioranza determinato dall’avvento dell’esecutivo Draghi la guida del Copasir viene rivendicata con forza dalla leader di FdI Giorgia Meloni sulla base della legge, che dispone appunto che il Comitato sia presieduto da un esponente delle opposizioni. Fico e Casellati sostengono che nessuno può costringere Volpi a dimettersi anche se sono in molti a chiedere un loro intervento per ripristinare la nella legittimità lo stato del Copasir che nella sua composizione – secondo la legge 124 del 2007 – prevede che la metà dei seggi e la nomina del presidente spetti all’opposizione.

Nella riunione di ieri del Copasir – disertata per protesta dal vicepresidente Adolfo Urso (FdI) ed Elio Vito (Fi) – Volpi non ha dato le sue dimissioni ma ha proposto un “reset” del Comitato attraverso un patto politico e istituzionale tra i partiti, i gruppi parlamentari e i vertici delle due Camere. “Tutti i componenti del Copasir rimettano il mandato ai presidenti delle Camere – ha proposto Volpi nelle sue comunicazioni a San Macuto – i quali, in modo informale ma chiaro e pubblico, garantiscano la ricomposizione dello stesso con cinque esponenti dell’opposizione, permettendo quindi tra essi la libera scelta del presidente”. In alternativa – questa la seconda proposta avanzata da Volpi per superare l’impasse – il Copasir attuale, “in composizione e presidenza si assuma l’onere di sintesi politica, di lavorare per una modifica della legge 124 del 2007 che regola l’intelligence”.

“Apprezzo le parole del presidente Volpi, che pur di uscire dallo stallo dice di azzerare tutto. Non mi interessano le poltrone, piuttosto che bloccare il Comitato per litigi e appetiti, meglio che si dimettano tutti” ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini annunciando la disponibilità a un suo “passo indietro”. Parole accolte favorevolmente da Meloni che inizia a vedere uno spiraglio nella sua battaglia. “Tutti sanno che sul Copasir FdI non fa una questione di poltrone, altrimenti – ha sottolineato ieri a Porta a Porta la leader di FdI – avrei aperto la questione di tutte le commissioni di garanzia che per prassi vanno all’opposizione. Noi stiamo parlando solo del Copasir. Il tema del Copasir è un’altra questione, non è un problema fra la Lega e Fratelli d’Italia, è un problema tra la maggioranza e l’opposizione. A me preoccupa il tema del Copasir, perché quando si picconano pezzi di tenuta delle nostre istituzioni, è sempre un punto di non ritorno. Quando Salvini fece cadere il Governo Conte e passò all’opposizione – ha aggiunto – chiese di avere la presidenza del Copasir e FdI votò Raffaele Volpi. Non ne faccio un problema tra me e la Lega, ho parlato di questo tema con tutti e nella dichiarazione di Salvini oggi ho visto un passo in avanti”.

L’ipotesi delle dimissioni di massa, tuttavia, non convince affatto diversi esponenti della maggioranza che temono un ridimensionamento della propria presenza nel Comitato, una volta che i presidenti di Camera e Senato procederanno alla ricomposizione dell’organismo, sulla base delle proporzioni numeriche. In tale scenario l’apparente apertura di ieri da parte di Volpi potrebbe essere stato solo un modo per prendere tempo, rilanciando la palla a tutte le forze politiche, consapevole che l’ipotesi dimissioni e nuova composizione del Comitato alle altre forze politiche della maggioranza non potrà mai andare bene. In ballo ci potrebbe, in sostanza, essere ben di più di quanto lasciato trasparire dai due leader.

Oltre alla contesa per la leadership politica nel centrodestra, sui retroscena dello scontro tra Salvini e Meloni aleggia anche l’ipotesi del controllo su fascicoli delicati, riguardanti in particolare i rapporti con la Russia. Non va, infatti, dimenticato che la Lega ha un’inchiesta aperta su una serie di presunti rapporti politici e finanziari con Mosca. Inchiesta che risulta oggi ancora più centrale alla luce del caso Biot. Secondo quanto recentemente riferito dal quotidiano La Repubblica potrebbe esserci un legame tra l’ex portavoce di Salvini, Gianluca Savoini, e Aleksej Nemudrov, il diplomatico russo espulso che, insieme a Dmitri Ostrouchov, coordinava la rete spionistica che avrebbe arruolato l’ufficiale della Marina Walter Biot.

È un dato di fatto che il Copasir che dallo scorso 20 gennaio il Comitato, per non dover affrontare la questione delle presidenza, ha continuato a rimandare le riunioni fino a ieri. E questo nonostante casi importanti da trattare come l’omicidio dell’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio prima e l’arresto di Biot.

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