Continua la sfida tra Constable e Turner

La loro Musa fu la natura. Morbida e sinuosa come in un giorno di sole, oppure aspra, austera, quasi crudele, come durante un uragano. Si dice addirittura che Joseph Mallord William Turner, figlio di un barbiere londinese salito ai fasti della Royal Academy of Art, una volta si sia fatto legare all’albero di una nave durante una tempesta per non perdere niente di quello spettacolo della natura, mentre John Constable, secondo figlio di un gentiluomo di campagna, avrebbe vissuto un’esperienza simile nel Lake District, con il pennello in mano, tanto che tracce di pioggia sarebbero rimaste sulla tela. Così uguali e così diversi i due maggiori artisti inglesi dell’Ottocento, entrambi immersi nella potenza della natura e poco attenti all’umanità che vi abita, eppure con una tale differenza di linguaggio da non farli neanche sembrare contemporanei. Constable attento ai particolari, scrupoloso fino alla noia nel riprodurre esattamente un albero o una nuvola, rigoroso e quasi ‘scientifico’ nei suoi continui sforzi di conoscere un’immagine fino in fondo prima di ‘raccontarla’ al pubblico. Turner geniale, persino sconvolgente nelle sue transfigurazioni tra il reale e l’ irreale, tra ciò che esiste e ciò che invece è pura interpretazione, o forse delirio. Si confrontarono a distanza per tutta la vita i due pittori d’oltremanica, raramente si parlarono, segretamente, forse, persino si odiarono o comunque furono semplicemente indifferenti. Oggi continuano a guardarsi da lontano in un dialogo riproposto dalla Tate Britain e dal Victoria and Albert Museum, due grandi istituzioni inglesi che hanno dedicato mostre distinte ai due artisti. Fino all’11 gennaio il V&A presenta ‘Constable: the Making of a Master’ con alcuni dei più grandi capolavori del Maestro più amato dagli inglesi, di cui vengono esplorate fonti e tecniche, nonché rivelate le storie nascoste. L’esposizione ci mostra anche un ‘angolo’ della sua collezione di paesaggi composta di ben 5000 litografie del XVII secolo. Con ‘Late Turner: Painting Set Free’ la Tate Britain fino al 25 gennaio esplora invece gli ultimi 15 anni della vita di Turner, dal 1835 al 1850, gli anni  più contestati. Sono180 le opere ‘riscoperte’ attraverso le quali si evidenziano le continue sperimentazioni tecniche e di stile con cui l’autore continuava a confrontarsi con  impassibile energia, nonostante l’età e le condizioni di salute sempre peggiori. Opere certamente non facili per gli uomini del suo tempo, che infatti bistrattarono le sue ultime creazioni, considerandole frutto di un delirio dovuto alla  progressiva perdita di facoltà mentali. E per anni quei dipinti sono rimasti chiusi nei depositi e dimenticati.E in mostra non mancano le novità: per la prima volta la Tate espone infatti le 9 tele quadrate che a causa del formato e dell’audace uso del colore furono soggette a una pioggia di critiche feroci dal pubblico dei tempi.

Circa redazione

Riprova

Bianco di Falco: l’eccellenza delle Cantine Benvenuto, un ritorno all’origine

Le Cantine Benvenuto di Francavilla Angitola, nel cuore del Vibonese, presentano con orgoglio il loro …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com