Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante l'assemblea annuale dell'Ania a Roma, 10 luglio 2019. ANSA/CLAUDIO PERI

Conte tra Istat e stime Pil dell’Ue

‘Alcune delle cifre fornite nei giorni scorsi dall’Istat, se lette con la dovuta avvedutezza sono eloquenti circa la validità e l’efficacia delle politiche economiche messe in atto dal Governo’, dice  il premier Giuseppe Conte, intervenendo all’assemblea annuale Ania, a Roma.  Conte ha ricordato che ‘secondo l’Istat, il tasso di occupazione a maggio è salito al 59%, il valore più alto dal 1977 e il calo del tasso di disoccupazione che si è ”finalmente attestato al di sotto della doppia cifra, ma anche la discesa del tasso di disoccupazione giovanile, l’aumento dei dipendenti stabili in misura maggiore di quelli a termine in valore assoluto. Questi dati ci confortano ma – ha aggiunto – naturalmente, siamo coscienti del fatto che molto rimane da fare.

‘Le incertezze che contraddistinguono lo scenario macroeconomico mondiale non sono ancora state neutralizzate – ha detto ancora Conte -, né da parte nostra si può abdicare al dovere di promuovere i necessari passi di trasformazione della governance economica europea.

La popolazione residente in Italia al 31 dicembre dello scorso anno si è contratta per il quarto anno consecutivo – ha spiegato il premier -, mentre sul fronte delle nascite, ahimè, si è registrato il dato più basso dall’unità d’Italia. La crescita demografica è un obiettivo da non trascurare, anche in forza del suo stretto legame con la crescita economica. ‘È evidente – ha aggiunto – ad esempio, che la combinazione fra allungamento dell’aspettativa di vita e bassa natalità impone un ragionamento sul modello di assistenza sanitaria, che occupa giustamente una posizione significativa nell’agenda dell’Ania. È una questione che si colloca nella cornice di una più vasta riflessione sul nostro sistema di welfare, e che deve imperniarsi sull’assoluta necessità di evitare che vi siano famiglie costrette a rinunciare a quegli standard dignitosi di cure ed assistenza ai quali tutti hanno pienamente diritto di accedere’.

La scelta, compiuta dalla Commissione europea, di non richiedere al Consiglio l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo conferisce fiducia al nostro sistema Paese. Il Governo aveva impostato un percorso in grado di coniugare il rispetto dei vincoli del braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita con un rilancio della crescita economica e dell’occupazione, in seguito ad un rallentamento economico globale ed europeo che non poteva essere affrontato tramite politiche di austerità.

La strategia di politica economica del Governo è fondata sulla progressiva riduzione del debito pubblico, condizione necessaria per ogni prospettiva di crescita. Secondo il premier l’obiettivo della stabilità finanziaria, però, viene rafforzato non con misure recessive e di rigore, ma se si procede di concerto con un recupero convinto del rapporto di fiducia fra istituzioni e cittadini, unitamente alla piena sostenibilità sociale delle misure di politica economica, a una riforma organica del sistema fiscale e a una congrua riduzione del cuneo fiscale.

Le stime sul Pil presentate dall’Ue pongono l’Italia all’ultimo posto per quanto riguarda la crescita del Prodotto Interno Lordo. Da Bruxelles arriva una previsione decisamente pesante per il governo di Roma che deve fare i conti con lo scetticismo dell’Europa, che ha ovviamente anche ripercussioni sui mercati.  Il Pil Italiano ha una crescita stimata dello 0,1% per quanto riguarda il 2019. non va meglio nelle proiezioni del 2020, dove il tasso di crescita è stato fissato allo 0,7%. L’Italia occupa dunque un poco onorevole ultimo posto in Europa, alle spalle della Germania, per la quale è però previsto un sostanziale balzo in avanti per il 2020.

Entrando nell’analisi effettuata sull’economia italiana, si ipotizza che la crescita sarà spinta soprattutto dal consumo privato, dal reddito di cittadinanza e dai nuovi prezzi per l’energia, rivisti al ribasso. Tutto questo però non dovrebbe riuscire ad attenuare gli effetti di un mondo del lavoro in difficoltà. A gravare sulla situazione c’è poi la tangibile sfiducia degli investitori.

Le stime dell’Europa erano state in qualche modo anticipate anche dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria, che in occasione dell’Italy-China financial Forum 2019 aveva fatto il punto della situazione sul panorama economico italiano contestando anche le stime dell’agenzia di rating Fitch. “Fitch può dire quello che vuole, le riforme strutturali ci sono. C’è un piano di azione di riforma approvato insieme al Def e la Legge di bilancio va sempre a controllo del debito sovrano”.

 

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