Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Senato durante voto sulla fiducia al Governo, Roma 10 settembre 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Conte non apprezza la mossa di Renzi e teme il colpo di mano

Giuseppe Conte non si fida di Matteo Renzi e teme un colpo di mano da parte dell’ex premier che ha ufficializzato la sua scissione dal Partito democratico. Il governo giallorosso, che già non poggia su basi propriamente solide, deve fare i conti con una mina vagante che agita le acque del governo.

Matteo Renzi ha contatto Giuseppe Conte per confermare il sostegno al governo giallorosso, ma Pd e Movimento 5 Stelle rischiano di dover fare i conti con una decina di senatori che non rispondono più ai direttivi delle forze di maggioranza ma a un partito autonomo. Tradotto, il sostegno c’è ma non è scontato.

Il Presidente del Consiglio ha incassato il colpo ed è consapevole del fatto che Renzi, sì come l’altro Matteo, Salvini, potrebbe rappresentare una minaccia e potrebbe far saltare il banco nel momento in cui i sondaggi dovessero vederlo intorno a percentuali incoraggianti.

Fonti vicine a Conte spiegano che, quando nella serata di lunedì Renzi ha informato delle proprie intenzioni il presidente del Consiglio, il premier abbia espresso le proprie perplessità su una iniziativa che introduce negli equilibri parlamentari elementi di novità, non anticipati al momento della formazione del governo.

Renzi potrebbe, ipoteticamente, far saltare il banco ma le ragioni fondamentali non sarebbero tattiche o di potere. Sarebbero strategiche, ideali, di collocazione politica complessiva. Renzi non ha mai nascosto a nessuno il suo pensiero e i  contenuti  saranno quelli del suo governo, ispirati a un pensiero vagamente liberal.

 Massimo Cacciari, in una intervista a ‘Il Fatto quotidiano’, vede un legame tra Renzi, che è uscito dal Pd e si è fatto il suo partito, ‘Italia Viva’, e il premier Giuseppe Conte.

 Renzi, che ora secondo i sondaggi è tra il 3 e il 5 per cento, aumenterà il consenso, quella dice Cacciari ‘è una quota a salire. E poi non mi stupirebbe se, attraverso le varie Boschi, i cerchi magici toscani, ci fossero già degli accordi con Conte. Molto dipenderà da Zingaretti: se va avanti con decisione il Pd può recuperare molto. La condizione è che il governo funzioni, altrimenti andremo alle urne in primavera’.

 

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