Conte esclude il rimpasto

“Non mi sento di dire che il voto blinda o premia il presidente del Consiglio o il governo. Era un’opinione che avevo gia’ espresso quando alla vigilia del voto si preconizzava una Caporetto alle Regionali, quando si azzardavano risultati tennistici. Non ho cambiato idea”. Parola di Giuseppe Conte. In un’intervista a La Stampa, il presidente del Consiglio commenta l’esito delle regionali e la vittoria del Si’ al referendum sul taglio dei parlamentari. Esclude ogni ipotesi di rimpasto (“nessuno me lo ha chiesto”) e smentisce di essere in campo nella partita per la scelta del successore di Sergio Mattarella nel 2022. “Noi saremo giudicati per quanto riusciremo a realizzare nell’interesse degli italiani”, assicura Conte, parlando del suo esecutivo. “L’asse del governo e’ sempre stato l’interesse generale, ieri come oggi”, continua, “la squadra di governo lavora su temi e strumenti per rilanciare e innovare il Paese, per renderlo piu’ equo e inclusivo”. “Il rimpasto e’ una formula logora che rinvia all’esperienza dei governi del passato e di cui non avverto alcuna nostalgia”, taglia corto. “Ho una squadra che sta lavorando con concentrazione ed efficienza e mi ritengo pienamente soddisfatto. E in ogni caso do un’altra notizia: nessuno me lo ha chiesto”. “A me interessa dove sara’ l’Italia nel 2023. Penso solo a questo. Non partecipo ad altri giochi, non concorro ad altri incarichi”, garantisce rispondendo a una domanda su un suo eventuale interesse alla Presidenza della Reppubblica. Evocando un secondo mandato dell’attuale Capo dello Stato, spiega, “ho voluto esprimere la mia ammirazione e la mia stima per il presidente Mattarella, per la saggezza e l’equilibrio con cui sta interpretando il suo ruolo”, sottolinea, e “se con gli investimenti, le riforme e i progetti che vogliamo mettere in campo riusciremo a gettare le basi per rendere il Paese piu’ veloce, piu’ moderno, piu’ verde, piu’ digitale, se riusciremo a ridurre disuguaglianze e divari territoriali, potro’ guardare con soddisfazione al lavoro svolto”. Sul Mes, ribadisce, invece, “mi sono dichiarato agnostico: non accetto veti. Dobbiamo proseguire con un approccio pragmatico e valutare insieme se vi e’ un fabbisogno di risorse aggiuntive. In caso positivo esamineremo gli strumenti di finanziamento a disposizione, pubblicamente, coinvolgendo il Parlamento”. “Siamo gia’ al lavoro per una riforma del fisco che ci permetta di arrivare a un sistema piu’ equo ed efficiente, a vantaggio di cittadini e imprese”, assicura Conte. “La vareremo entro dicembre”. “Da troppi anni su questo tema abbiamo ascoltato solo annunci, e’ il momento di agire”, aggiunge, “accanto a questa riforma, realizzeremo una riforma del processo tributario, che contribuisca a rendere il nostro Paese piu’ competitivo e piu’ attrattivo per gli investitori”.

Sul tema migranti, aggiunge poi, “diciamo la verita’: la proposta appena formalizzata” dalla commissione europea “e’ un primo passo verso il superamento degli accordi di Dublino, ma non basta”. “Continueremo a lavorare nei consessi europei per attivare quei meccanismi efficaci di rimpatrio e ricollocamento obbligatorio che ci stanno piu’ a cuore”, assicura. Conte non si sottrae alle domande sul Movimento 5 stelle. Il M5s, dice, e’ una “straordinaria esperienza che ha profondamente innovato la politica italiana e che ora e’ chiamata a compiere un salto che auspico avvenga all’esito di un confronto franco e sereno fra le varie anime”. “Per quanto mi riguarda, l’impegno di governo e’ assorbente e richiede la mia massima concentrazione”, aggiunge escludendo di poter assumerne la leadership. Conte ridimensiona il risultato deludente avuto da M5s alle Regionali. “Nelle competizioni territoriali il M5s ha sempre conseguito risultati inferiori rispetto alle politiche”, ricorda. “Sono certo che gli Stati generali saranno l’occasione per un processo di crescita e trasformazione che servira’ a rilanciare la loro azione politica”. Il premier poi difende la sua scelta di sollecitare alleanze locali tra Pd e M5s. “Il mio invito era rivolto alle forze che sostengono la maggioranza affinche’ si adoperassero per un dialogo utile a trovare soluzioni condivise e a governare piu’ efficacemente i territori”, spiega. “Ritengo irragionevole rinunciare a valorizzare anche a livello locale l’esperienza positiva che stiamo consolidando a livello di governo nazionale”. “E dunque – conclude – resto convinto che questa sia la strada giusta e continuero’ a lavorare per costruire e non per dividere”. Il presidente del Consiglio definisce “storica” la riforma che introduce il taglio dei, per la quale va dato merito al M5s e chiede di “accelerare” l’iter di riforma della legge elettorale. Il premier fa poi il punto sulla situazione contagi da coronavirus. “Allo stato attuale escludo la possibilita’ di un generale lockdown, potrebbero esserci – se necessarie – chiusure ben mirate”. “Posso garantire che abbiamo sempre fatto il massimo e agito in scienza e coscienza, secondo il principio di massima precauzione e proporzionalita’, mettendo al primo posto la salute dei cittadini”, assicura, “oggi la situazione in Italia e’ sicuramente migliore rispetto ad altri Paesi europei, e siamo piu’ preparati – anche come sistema sanitario – ad affrontare una eventuale recrudescenza della diffusione del virus. “La cosa piu’ importante e’ mantenere un atteggiamento prudente per non vanificare gli sforzi e i sacrifici fatti finora. Chiedo ancora una volta a tutti, specie ai piu’ giovani, di non abbassare la guardia”. Infine, garantisce che il governo ha “fretta” di chiudere il dossier Autostrade e non accettera’ “alcuna dilatazione dei tempi”. E, rispondendo a una domanda sul caso Suarez, invita a non usare la cittadinanza come “clava” nel dibattito politico ma auspica l’avvio “in sede parlamentare di una approfondita riflessione che possa valutare serenamente quali siano le condizioni e i percorsi di integrazione piu’ solidi ed efficaci per attribuire lo status di cittadino italiano”.

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