Conte e Recovery fund…

Conte, i soldi del Recovery fund per blindare il governo. I venti di guerra soffiano forte intorno a Palazzo Chigi e a contestare il Premier o la squadra di governo non ci sono solo le Opposizioni. È di pochi giorni fa l’intervista di Beppe Sala ai microfoni de il ‘Corriere della Sera’ nella quale il primo cittadino di Milano invitava il Presidente del Consiglio a cambiare squadra di ministri.

Nelle ultime settimane Conte ha dovuto fare i conti con le pressioni di Italia Viva, con i renziani che sono stati politicamente bravi ad ottenere qualcosa ogni volta che hanno potuto. L’ultima in occasione del voto sulla mozione di sfiducia nei confronti del Ministro della Giustizia Bonafede. Renzi salva il ministro e il governo cambia passo sui cantieri. Con un nuovo scontro nella maggioranza legato al Ponte sullo Stretto. 1

 Il passo falso sugli Stati Generali: scontro con il Pd In ordine di tempo, l’ultimo problema di Conte sarebbe quello della convocazione degli Stati Generali. Dal Pd piovono accuse. Stando a quanto ricostruito dalla stampa, il Presidente del Consiglio non avrebbe concordato la mossa con la squadra di governo. Avrebbe agito in piena autonomi. E il Partito democratico, così come Italia Viva, non avrebbe apprezzato per niente. Il problema, come hanno fatto notare dal Partito democratico, è che convocare gli Stati Generali senza uno straccio di piano economico in mano è una sorta di suicidio politico-economico. Il governo si espone a una figuraccia e agli attacchi del Centrodestra che con Salvini sta tornando a far mormorare le piazze.

 Ma con ogni probabilità Conte vuole gettare il prima possibile le basi per la ripresa. Ha bisogno di un progetto da presentare a Bruxelles appena sarà possibile accedere ai fondi del Recovery fund. Nella speranza che la trattativa europea non cambi le regole di ingaggio e le condizioni. La sensazione è che il Presidente del Consiglio sia consapevole di non poter ottenere più di quanto proposto dalla Commissione europea, quindi lo scopo è quello di non fare passi indietro rispetto a quanto concesso dalla Commissione Ue. Ma c’è anche un problema interno. Tra le vie che circondano i Palazzi della Politica c’è chi sussurra che Conte stia usando la battaglia europea e i fondi Ue per trincerarsi a Palazzo Chigi e costruire una barricata che possa reggere anche di fronte a una nuova crisi legata a una seconda ondata. Ma gioca d’azzardo. L’esito della partita europea è ancora incerto. Se i Paesi del Nord riuscissero a inserire anche poche condizioni ma stringenti per il premier sarebbe ancora più difficile spendere i fondi. E a quel punto parlare di vittoria sarebbe complicato.

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