Ieri pomeriggio  è arrivato al Quirinale  il Gruppo Misto del Senato la cui delegazione era composta da Loredana De Petris (Leu, esponente di Sinistra italiana), presidente del gruppo, Riccardo Nencini, vicepresidente del gruppo e coordinatore della componente Psi-Maie-Usei, Pietro Grasso, leader di ‘Liberi e uguali’, ed Emma Bonino, coordinatrice della componente Più Europa. ‘Se M5s affronta i temi in modo condivisibile avrà il nostro sostegno. In fondo si tratta dei nostri temi, non del M5s’, ha detto al termine Pietro Grasso che ha però escluso il dialogo con il centrodestra. Nessun appoggio invece da +Europa. ‘Noi abbiamo perso le elezioni, è chiusa la vicenda?’,   ha risposto la Bonino:  ‘Chi ha vinto le elezioni, si assuma l’onere di governare il paese, magari sfumando alcune posizioni assunte in campagna elettorale, francamente non sostenibili’.

Più variegate, invece, le posizioni del Gruppo Misto della Camera, composta tra gli altri da Federico Fornaro e Guglielmo Epifani di Leu, dal centrista Maurizio Lupi e dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Personalmente siamo in una fase di opposizione, ha detto quest’ultima,  spiegando però di essere qui con spirito assolutamente costruttivo. ‘Il centrodestra ha avuto la maggioranza relativa, è la prima coalizione’, ha invece sottolineato Lupi spiegando di aver dato al Capo dello Stato la disponibilità a sostenere un governo che abbia il centrodestra come motore, allargando la maggioranza ma senza accettare veti da chi non è in condizione di porne. Leu, invece, si è detto ‘disponibile’ a sostenere un governo con M5s se la coalizione che verrà costruita partirà dai temi cari a ‘Liberi e Uguali’.

A chiudere il giro delle consultazioni è stata la delegazione di Fratelli d’Italia:  ‘Abbiamo chiesto l’incarico per Matteo Salvini, crediamo che sia giusto che sia lui a tentare di trovare una maggioranza’,   ha detto la presidente Giorgia Meloni al termine del colloquio con Mattarella: ‘Se non ci riuscisse spetterebbe a Salvini trovare una personalità diversa. Ma ora noi siamo leali a quanto abbiamo detto agli italiani. Il centrodestra sta bene, è saldo e solido, ma è normale che chi arriva secondo cerchi di dividere chi è arrivato primo, ma confido che non si cada in trappola’, ha proseguito alludendo alla proposta del M5s: ‘Se ci fosse un altro giro di consultazioni io proporrò agli alleati di venire insieme, se ci dividiamo lo facciamo nell’interesse degli altri. Il mio programma è che si metta in piedi un decalogo e si chieda sostegno a parlamentari o sostegno a partiti, o anche un governo di minoranza. Inoltre ha annunciato di aver chiesto al presidente della Camera di inserire tra gli argomenti da trattare per la Commissione speciale la riforma elettorale che preveda il premio di maggioranza al partito o alla coalizione, che toglierebbe l’alibi a chi vuole dare vita a un governo Frankestein’.

Intanto Silvio Berlusconi è arrivato a Roma e oggi, alle 11, guiderà la delegazione di Forza Italia. In una nota gli azzurri hanno ribadito con forza l’unità della coalizione e l’indisponibilità per qualunque forma di dialogo o ipotesi di governo con chi pone veti inaccettabili in una democrazia.
‘Fino a qui, nel Partito democratico, abbiamo fatto notizia per una presunta divisione tra chi vuole stare all’opposizione e chi vuole andare al Governo. Forse sarebbe bene capovolgere l’approccio e partire dai contenuti che, per noi, fanno la differenza’,  ha dichiarato Cesare Damiano, del Partito democratico. I ‘vincitori’ delle elezioni,  spiega,  hanno fatto molte promesse agli italiani. Soprattutto sui temi sociali e della sicurezza. Occorre sfidarli con le nostre proposte perché non basta dire soltanto che ‘tocca a loro’. Tra poco questo ritornello mostrerà la corda perché i cittadini vorranno sapere che cosa ne pensiamo sui singoli argomenti. Ad esempio, per quanto riguarda le pensioni, essendo estremistica la posizione che vorrebbe abolire la ‘legge Fornero’, e questo lo sanno il Movimento 5 Stelle e la Lega, non possiamo esimerci dal proporre anche noi nuove correzioni, dopo quelle fatte nella scorsa legislatura dal Pd e che hanno consentito di restituire 20 miliardi di euro ai pensionati. A Di Maio e Salvini chiederei di aggiungere altri 20 miliardi, anche a rate, per la nona salvaguardia, per continuare la sperimentazione di Opzione Donna, per rendere strutturale l’Ape sociale e per consentire, a chi ha 41 anni di contributi, di poter andare in pensione. Sia chiaro: noi siamo una opposizione responsabile e non chiediamo, a differenza di altri, tutto e subito. Ci pare più realistico raggiungere per tappe graduali questi obiettivi. Come abbiamo fatto in precedenza, sostituendo i fatti concreti agli slogan vuoti.