Consob: perché non si controllano le speculazioni sulle obbligazioni?

Venerdi  7 ottobre, in mattinata scorgo un trafiletto su un quotidiano nazionale dove si narra di contrasti tra i governi belga e francese sulla ripartizione delle ulteriori garanzie da fornire alla banca Dexia, il cui titolo è appena stato sospeso in borsa per eccesso di ribasso. Mi ricordo, da piccolo ma non sprovveduto risparmiatore, di avere in portafoglio delle obbligazioni Dexia (tasso fisso 4.85%, scadenza 2016) acquistate al prezzo di 100 circa un anno a fa. Controllo con l’home banking e scopro che valgono 70, mentre valevano più di 80 fino a pochi giorni prima. Chiamo subito la mia banca (MPS) e la gentile responsabile dell’ufficio titoli mi conforta nella mia intenzione di comprare, a quel prezzo, dato che Dexia è garantita e lo sarà ancora di più da ben tre governi (Francia, Belgio, Lussemburgo). Così faccio, assicurandomi un rendimento lordo annuo di circa il 10.85% (100 che prenderò alla scadenza –meno 70 che pago adesso = 30, diviso 5 anni che intercorrono, = 6,  + 4.85 di cedole). Bingo!

Sempre venerdi 7 scopro che Standard’s & Poor’s ha declassato da A ad A- il rating del gruppo franco-belga. Nei giorni successivi apprendo da conoscenti che le loro banche, proprio venerdi, li avevano consigliati a liberarsi delle obbligazioni Dexia:  “è carta straccia”, “hanno perso oltre il 30% in un giorno”, si sono sentiti dire, ed hanno venduto. Da lunedi 10 ottobre il prezzo delle obbligazioni Dexia 2016 – le mie – si è stabilizzato sul prezzo di 80. Dopo i fatti, tre commenti.

1.       Dexia è una banca internazionale solida, come attesta il rating di tutto rispetto tra le banche internazionali in questo momento storico. In Italia, attraverso la controllata Crediop, acquisita nel 1999, ha in portafoglio 18 miliardi di crediti verso enti locali e regioni, ciò che la rende il secondo prestatore alle amministrazioni locali dopo la Cassa Depositi e Prestiti. Si tratta di crediti molto garantiti, vista la natura giuridica dei soggetti debitori.

 

2.       E’ stato seminato del panico ingiustificato. Le azioni, non le obbligazioni, sono crollate di oltre il 30%. Talune banche, io sospetto, hanno spinto dei loro clienti a vendere i titoli (da cui il crollo da 80 a 70 in poche ore) per poi comprarli (da cui la repentina risalita da 70 a 80 in poche ore) lucrando laute commissioni e un buon margine di arbitraggio. Mi auguro che questa ipotesi di aggiotaggio (reato che si realizza con la divulgazione di notizie false, esagerate o tendenziose allo scopo di provocare sensibili alterazioni del prezzo di valori mobiliari) venga presto verificata dalla Consob.

 

3.       I risparmiatori devono essere più attenti e prudenti. Non devono comportarsi con la banca come con l’agenzia immobiliare. Quest’ultima è si controparte (vuole venderti o comprarti una casa al massimo prezzo perché la sua remunerazione cresce in proporzione), ma non è rivale del cliente come lo può essere una banca. Oltre alle commissioni sulle operazioni, la banca è sia emittente di prodotti  sia venditrice di prodotti (e quindi cerca di piazzare i propri a scapito di quelli altrui); in più, può speculare proprio contro i suoi clienti, comprando da alcuni a prezzi bassi e rivendendo ad altri a prezzi alti. Quindi, per concludere con un monito, meglio non fidarsi troppo di chi presenta un conflitto non solo tra i suoi diversi interessi (produttore e mediatore), e soprattutto può gestire meglio di noi (avendo più informazioni) il conflitto tra i suoi interessi e i nostri.

PS. A proposito di conflitti, non sono un agente immobiliare!

 

Pier Giuseppe Pavani

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