Congresso Pd. Renzi ai suoi: Voglio battere i populisti non Zingaretti

Ad una settimana dall’assemblea nazionale che darà il via ufficiale al congresso Pd regna ancora il caos all’interno del partito. L’unica cosa sicura è la candidatura di Nicola Zingaretti. Marco Minniti scioglierà la riserva in settimana ma solo se avrà una chance per vincere. Maurizio Martina nicchia e spera che il partito lo chiami per “salvare l’unità del Pd, aprendo a nuove energie del centrosinistra ed evitando le derive estreme e lo scontro renziani-antirenziani”. Il dibattito si preannuncia duro, durissimo, qualcuno parla di una resa dei conti nei confronti del  gruppo dell’ex premier Renzi. E proprio i renziani da Salsomaggiore evocano scenari ‘apocalittici’: si sarebbe parlato di scissione perché in caso di vittoria di Zingaretti si ritornerebbe al Pds. Ma ai big dell’area renziana non è piaciuta nemmeno l’assenza all’incontro del ‘loro’ candidato Marco Minniti. “Lo dovremmo sostenere e nemmeno si presenta”, è il commento della sala. Insomma si naviga a vista.

Tanto che è dovuto intervenire lo stesso Matteo Renzi a placare alcuni malumori e a disegnare il perimetro politico della sua corrente, anche se questa parola non piace all’ex premier. Lui guarda alle elezioni Europee per iniziare il riscatto politico nazionale. In questa Europa, è il ragionamento di Renzi, se “l’avversario è Macron, come vorrebbe Salvini, significa che non capiamo che Macron è il nostro principale alleato per un’Europa di valori democratici”. Invece, “se la sinistra europea sono Corbyn e Melenchon, io non sono la sinistra europea” e forse nemmeno quella italiana perché Zingaretti è attratto da quest’ultimi due. E il discorso, giocoforza, si allarga alle questioni domestiche per frenare i malumori dei suoi. “Il mondo non inizia con questo congresso e non finisce con questo congresso. Non mi interessa sconfiggere Zingaretti, ma la barbarie del pensiero grillo-leghista. Cosa ci spinge a muoverci? L’idea di organizzare una corrente? No, è la passione per la politica”.

Ma i suoi competitor interni non la pensano come lui. Anzi Zingaretti e Martina, partecipando all’assemblea ‘CentoFiori’ degli under 35 dem, non hanno avuto parole tenere per l’ex premier. “Non deve accadere mai più che quando si chiude la Festa nazionale dell’unità, ci sia chi in un’altra parte d’Italia faccia altro. Non deve accadere mai più che prima della Direzione, uno va in tv a decidere per gli altri. Non deve accadere mai più che quando il partito presenta una contromanovra, altri ne annuncino un’altra ancora”, è l’attacco di Martina all’indirizzo di Matteo Renzi.

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