Confermata e smentita la morte del Califfo al Baghdadi. Il presunto successore è un francese di 35 anni

Sarà probabilmente il terrorista tunisino Jalaluddin al-Tunisi, che attualmente dirige l’Isis in Libia, il successore di Abu Bakr al-Baghdadi, la cui morte è stata annunciata nei giorni scorsi dalla tv irachena Alsumaria.

E’ quanto sostiene l’emittente al-Arabiya, secondo la quale al-Tunisi è uno dei nomi più qualificati per succedere al califfo tra i pochi leader dell’organizzazione jihadista rimasti in vita.

Il vero nome del terrorista tunisino, nato nel 1982 nella zona di M’saken, nella provinca costiera di Susa, è Mohamed Ben Salem al-Ayouni. Trasferitosi in Francia all’inizio degli anni Novanta – sostiene al-Arabiya – l’uomo sarebbe riuscito ad ottenere la cittadinanza francese prima di tornare in Tunisia subito dopo la rivoluzione che ha portato alla caduta di Zine El Abidine Ben Ali e che ha dato inizio alla cosiddetta Primavera Araba.

Al-Tunisi ha poi combattuto il jihad in Siria. Nel 2014 giurò fedeltà all’Isis dopo aver ucciso il comandante del battaglione Ghoraba. In quello stesso anno apparve per la prima volta sui media del califfato mentre si trovava in un’area al confine tra Siria e Iraq. Conquistata la leadership del battaglione Ghoraba, divenne uno dei più importanti capi dell’Isis in Siria.

Dopo le sconfitte militari subite dall’Isis in Libia, in particolare lo scorso anno a Sirte – evidenzia al-Arabiya – al-Baghdadi nominò al-Tunisi emiro dell’Isis nel Paese nordafricano ritenendolo adatto a mantenere la presenza dell’organizzazione jihadista sul territorio, grazie anche ai buoni rapporti con altri gruppi terroristici in Nord Africa come Oqba ibn Nafi, affiliato ad al-Qaeda.

Questo, è quanto noto, che viene allo stesso tempo smentito dal  capo dell’intelligence irachena, Abu Ali al Basri, che  affermana che il Califfo è ancora nascosto in Siria, e precisamente in una zona fuori di Raqqa, la ‘capitale’ dell’Isis nel Nord siriano, nel mirino di una vasta offensiva delle forze curde-siriane sostenute da Washington lanciata agli inizi di giugno.

I servizi segreti iracheni sono interessati più di altri a dare la caccia e monitorare tutti i movimenti del leader di Daesh,  ha detto Abu Ali al Basri, direttore generale dell’intelligence e dell’antiterrorismo come riporta la tv satellitare al Arabiya sul suo sito web.

Nei giorni scorsi, la televisione irachena Al Sumaria ha affermato di avere appreso da una fonte nella provincia di Ninive che la morte di Abu Bakr al Baghdadi, capo dell’Isis, è confermata. La stessa emittente aveva dato notizie altre volte in passato, fra cui nel 2016, poi smentite, del ferimento del ‘Califfo’. Notizia non confermata né smentita dagli Stati Uniti.

 

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