Confcommercio: consumi a picco a marzo, mai così male dal 2000

La crisi affonda i consumi. Allarmanti i dati diffusi da Confcommercio, secondo cui in Italia a marzo c’è stata una compressione del livello di spesa talmente forte, da raggiungere la percentuale più bassa dal 2000. Ed infatti L’indicatore dei Consumi) ha registrato un calo del 3,4% in termini tendenziali e dello 0,1% rispetto a febbraio che, pur segnalando un’attenuazione della caduta della spesa reale, riporta i consumi ai livelli del 2000.

In particolare, primo trimestre del 2013, viene segnalata, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una flessione del 4,2% in linea con la compressione del reddito e dell’occupazione. La dinamica tendenziale dell’ICC di marzo riflette un calo del 2,2% della domanda di servizi e del 3,9% della spesa per beni. Solo il segmento dei beni e servizi per le comunicazioni mostra un aumento (+3,1% su marzo 2012).

Ma le soprattutto le percentuali inerenti la domanda di beni e servizi per la mobilità, che scende dell’8,5%. Confcommercio infatti rivela: “Il dato segnala il permanere di una situazione fortemente critica che interessa tutti i segmenti che compongono il comparto e che non sembra essere ancora giunta ad un punto di svolta”. In calo anche i beni e servizi ricreativi (-5,6%), gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-3,0%), gli alberghi ed i pasti e le consumazioni fuori casa (-2,8%) ed i beni e servizi per la casa (-2,7%). In controtendenza, invece, la spesa reale, per la quale si registra  un’attenuazione della caduta, ma i consumi hanno raggiunto il livello più basso da quando viene calcolato l’indicatore.

Qualche nota positiva, però c’è. Sempre a marzo, infatti, nonostante la diminuzione della domanda per servizi (-0,7%), si è registrato un modesto aumento per i beni (+0,2%). Il dato più negativo si registra per gli alberghi ed i pasti e consumazioni fuori casa (-1,4%).La situazione dovrebbe subire però un modesto miglioramento entro maggio. In una nota di Confcommercio, infatti si legge: “E’ presumibile che con aprile si sia chiusa la fase di rapido rientro dell’inflazione, in atto dall’ultimo trimestre del 2012, che dovrebbe rimanere attestata, almeno fino all’estate, su valori inferiori all’1,5%”.

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