Concordia. Chi smantellerà la nave? E’ bagarre tra porti per assicurarsi il relitto

Dopo il grande successo, l’orgoglio italiano, per la rotazione della Costa Concordia, scoppia la lite tra i porti italiani per assicurarsi la demolizione del relitto. L’operazione è ambitissima perché crea posti di lavoro (per almeno due anni a 300 persone). E così accanto all’ipotesi Piombino, in linea teorica quella più avvantaggiata anche se al momento lo scalo toscano è penalizzato da carenze strutturali (fondale troppo basso), sono spuntate in rapida successione le candidature di Napoli, Castellammare di Stabia, Palermo, Civitavecchia e Porto Torres. Il porto siciliano, di proprietà di Fincantieri, partner della compagnia, sembrerebbe favorito: l’ipotesi è di trasportare la nave in Sicilia per smontarla e poi inviare i resti del relitto, pezzo per pezzo, in Turchia per lo smaltimento. Ieri per tutta la giornata si sono accavallate le dichiarazioni di assessori e governatori regionali per promuovere i rispettivi scali marittimi. In realtà la decisione finale spetta all’armatore americano proprietario della Concordia, la Carnival. E non è certo che, alla fine, il prescelto sia un porto italiano. La Costa Concordia potrebbe finire lontano, in Paesi come Turchia o India, dove i costi di smantellamento sono decisamente più bassi. La via estera manderebbe in fumo i sogni dei porti nostrani. Le norme Ue, per esempio, prevedono che lo smaltimento del relitto avvenga nel porto più vicino e adeguato.

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