Comunicato Stampa Comitato Ricorsisti

Stanchi di essere privati del diritto al lavoro come sancito dal art.4 della costituzione, trattati come numeri, chiamati a lavorare per brevi periodi di tre mesi non rinnovabili per sostituire, nei periodi festivi e non, il personale a tempo indeterminato assente o uscente dall’azienda, costretti a ricorrere alla magistratura per vedere riconosciuto il diritto al lavorare, un nutrito gruppo di ex lavoratori precari di Poste Italiane ha deciso di riunirsi in maniera concreta costituendo il “Comitato Nazionale Ricorsisti Postali – Ex Contratto Tempo Determinato”. Il Comitato chiama a raccolta tutti coloro che nel periodo compreso tra il 2006 e il 2012 hanno lavorato per uno o più periodi presso l’azienda Poste Italiane Spa e che per far valer il diritto negato di lavorare sono stati costretti a presentare un istanza di ricorso presso il tribunale del lavoro. Dinanzi alle innumerevoli illegittimità perpetrate negli anni da Poste, il Governo è intervenuto con leggi ad hoc in favore dell’azienda, introducendo la cosiddetta “causale finanziaria” che disciplina l’utilizzo di contratti a termine nei settori strettamente collegati al servizio postale, con la possibilità per l’azienda di effettuare assunzioni di dipendenti a termine senza la necessità di giustificarne il motivo nei periodi festivi nella percentuale non superiore al 15 per cento del intero organico. Nonostante l’intervento legislativo, Poste ha continuato ad abusare di tali contratti non rispettando le norme (art. 2, comma 1 bis del D.Lgs. 368/2001) e “continuando a speculare sul costo del lavoro” assumendo precari anziché lavoratori a tempo indeterminato superando, di conseguenza, il limite previsto a norma di legge. Ciò è stato appurato a seguito della verifica dei bilanci, effettuata da Giudici coscienziosi, per gli anni 2007-2008 in cui è stata appurato l’effettivo abuso di lavoratori precari. Tutto il quadro è reso ancora più ingiusto dalla giurisprudenza costituzionale, poiché la discrezionalità dell’applicazione della legge da parte del Giudice fa sì che lavoratori con lo stesso contatto non abbiano lo stesso trattamento. L’emissione di sentenze differenti per medesimi contratti crea, di conseguenza, un’irragionevole disparità di trattamento che fa si che il ricorsista più “fortunato”, che trova un giudice più attento alle problematiche del lavoratore, vince il ricorso mentre tutti gli altri perdono venendo spesso anche condannati a risarcire Poste delle spese processuali. Questo crea solo confusione e meno credibilità da parte dei lavoratori nelle istituzioni vedendo che la legge non è applicata in modo ineguale. A queste disparità si aggiunge la questione degli accordi che l’Azienda stipula dal 2008 con i precari vincitori di almeno un grado di giudizio, ai quali viene data la possibilità di chiudere il proprio contenzioso. Nulla da eccepire in questo se non per il fatto che tale prerogativa a come scopo il recupero, da parte dell’azienda, di tutte le quote versate al lavoratore vincitore di ricorso a titolo di risarcimento e arretrato. In alcuni casi si tratta di un vero e proprio ricatto visto che l’andamento delle sentenze non favorevole al lavoratore permette di esercitare pressioni affinché lo stesso firmi e aderisca. Infine l’ultima questione che il comitato vuol denunciare sono le politiche aziendali in materia di ricerca e assunzione di personale. Parliamo infatti del cosiddetto progetto Mix che prevede, a fronte dell’esodo incentivato di un lavoratore l’assunzione di un parente o affine, con la cessione di parte dell’incentivo. In questo modo si crea un nuovo e pericoloso sistema di nepotismo all’interno di un’azienda pubblica, dove i dipendenti hanno assicurato il posto per i loro figli, che entrano senza nessuna compentenza ma solo per eredità, creando solo una casta dei privilegiati con il beneplacito di qualche sindacato compiacente che ha un ritorno in termini di tessere. Proprio tenendo conto delle problematiche fin qui evidenziate nasce il “Comitato Nazionale Ricorsisti Postali”. Esso vuole denunciare le ingiustizie perpetuate da Poste e dalla magistratura e per fare in modo che tutta questa situazione si risolva eliminando una volta per tutte il precariato in questa azienda pubblica. Il comitato chiede quindi a Poste di raggiungere ad una soluzione a questo annoso problema proponendo un accordo-graduatoria che se pur non vincolante, offre alla volontarietà dei ricorsisti e all’azienda le condizioni per sanare in maniera definitiva i contenziosi aperti, ottenendo inoltre un bacino di lavoratori già formati da cui attingere periodicamente per far fronte alle continue uscite di personale, la cui età media è molto alta. Saranno avviate, inoltre, nelle prossime settimane tutte le iniziative possibili per portare agli occhi dell’opinione pubblica quest’annosa vicenda tenendo anche conto dei recenti sviluppi nelle trattative di riorganizzazione aziendale che prevedono circa 6000 tagli che, ai nostri occhi, e a quelli della cittadinanza, spesso afflitta da gravi disservizi, non sono giustificati se non da una mera logica volta a massimizzare i guadagni per i manager abbandonando cosi i cittadini a continui disagi. Chiunque voglia informazioni o quant’altro ci può contattare attraverso la mail comitatoricorsistiposte@gmail.com; ci può trovare su face book all’indirizzo

https://www.facebook.com/groups/ricorsisti/;o iscriversi al forum

http://mondopostale.forumfree.it/.

Rimaniamo a vostra disposizione per qualsiasi informazione al riguardo.

Comitato Nazionale Ricorsisti Postali – Ex Contratto Tempo Determinato

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