Il candidato sindaco a Milano del centro destra, Stefano Parisi, nella sede dell'Ansa di Milano, 9 maggio 2016.Ansa/Daniel Dal Zennaro

Comunali Milano e Parisi: ‘Stiamo andando oltre il centrodestra’

‘Una vittoria a Milano sarà molto utile per ricompattare la coalizione di centrodestra che si allarga in maniera importante verso opzioni liberali e popolari’, afferma Stefano Parisi, il candidato sindaco di Milano, che ha spiegato la valenza anche nazionale delle elezioni amministrative parlando a un Forum con i giornalisti dell’Ansa. Si tratta di un liberismo non più elitario ma popolare. Se si vince a Milano abbiamo la possibilità di governare in modo diverso da questi cinque anni e proporre una piattaforma modernizzata rispetto a quella del ’94 quando fu fondata Forza Italia. Stiamo cercando, ha sottolineato, di andare oltre il centrodestra. Parisi ha annunciato che tutta la coalizione di centrodestra che lo appoggia sarà insieme a una manifestazione che sarà con ogni probabilità il 3 giugno. Renzi dice che non ci sono più i corpi intermedi e parla alla gente direttamente attraverso la tv, ma così ha perso il rapporto con la realtà. Parisi intende aprire a Milano una fase nuova della politica, con una nuova leadership che rivaluta il ruolo dei mediatori sociali, ma si assume poi le responsabilità. ‘Si ascolta, ma poi decido io e, se farò cose che non piacciono ai milanesi, fra 5 anni non mi rieleggeranno’. Durante i suoi 5 anni da sindaco, Giuliano Pisapia ha fatto un disastro sul tema fiscale imponendo ai milanesi 700 milioni in più di imposte aumentando di oltre il 30% la spesa del Comune. Obiettivo di Parisi è riportare la pressione fiscale ai livelli della Moratti. Aumentare le tasse è impossibile, ha aggiunto, spiegando che non intende ridurle nell’immediato ma attraverso una spending review strategica non in stile Cottarelli sulle auto blu o cose del genere, ma riducendo il perimetro dell’amministrazione pubblica grazie a una rivoluzione digitale della stessa, che si può attuare in un anno. Ci sono cose da insegnare ai nostri giovani e ai giovani che arrivano da altri Paesi e in primo luogo il rapporto tra diritti e legalità. E possiamo farlo a scuola, con i corsi di educazione civica’, ha aggiunto: ‘Io non farò mai l’assessorato alla notte perchè i giovani non amano essere presi giro. Ma credo che fin dai primi anni di studio bisogna organizzare corsi di educazione civica per spiegare quali sono le nostre radici, quelle giudaico-cristiane, e la nostra cultura e il senso della cosa pubblica. Sennò rischiamo di perdere la nostra identità e di non fornire modelli ai ragazzi che arrivano dall’estero’.

Circa Cocis

Riprova

Quell’allergia alle regole e ai controlli

L’esecutivo sta dimostrando in questi giorni un’insofferenza ai poteri super partes. E’ un atteggiamento che …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com